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Economia

Nuova diga foranea, previsto aumento di oltre mille tir al giorno sulle strade

Per Legambiente è "necessario ripensare il rapporto tra porto e città, investendo sul trasporto pubblico"

Legambiente Liguria esprime grande preoccupazione per quanto riguarda l'impatto ambientale che la nuova diga foranea del porto di Genova avrà sulla città. Questo dopo avere letto le contro deduzioni pubblicate dall'Autorità Portuale in risposta alla richiesta di integrazione da parte del Ministero della Transizione Ecologica, che chiedeva un approfondimento proprio per valutarne l'impatto ambientale.

Quello che emerge dalla lettura del documento è il ruolo centrale che avrà la modalità di trasporto su gomma sulla città e questo diversamente da quanto stabilito nel Programma Straordinario di investimenti urgenti per la ripresa e lo sviluppo del porto e delle relative infrastrutture di accessibilità nel quale si individua, tra gli obiettivi, la riduzione dell'impatto del traffico pesante sulla viabilità cittadina (pagina 10).

Nel dettaglio l'associazione ambientalista evidenzia come venga indicato un aumento di 1.300-1.500 mezzi pesanti/giorno per il Bacino di Sampierdarena, di cui 850-900 mezzi pesanti di matrice containerizzata e 600-650 mezzi pesanti/giorno per le altre tipologie (cisterne, rotabili, etc.).

"La sostenibilità dell'operazione viene giustificata grazie ai lavori infrastrutturali previsti, dove protagonista è il riassetto del nodo di San Benigno, che consentiranno di diversificare i flussi in ambito urbano e diminuire gli impatti in termini di congestione stradale - spiega Daniele Salvo, presidente del circolo Legambiente Polis e responsabile mobilità per Legambiente Liguria -. Le simulazioni effettuate tranquillizzano i proponenti ma un carico così evidente sui 'colli di bottiglia' rappresentati dai caselli autostradali non convince. Se tali interventi consentiranno di separare il traffico pesante da quello veicolare, consentendo di raggiungere direttamente la barriera Genova Ovest dal nuovo varco portuale Etiopia, lo stesso non avverrà in prossimità del casello autostradale in cui confluiscono il traffico urbano proveniente/diretto all'A7, nonché il traffico di mezzi leggeri proveniente/diretto agli imbarchi".

"Il traffico proveniente dall'A10 sarà indirizzato verso il casello di Genova Aeroporto e quindi lungomare Canepa al fine di captare il traffico proveniente da Ponente e ottimizzare la mitigazione dell'impatto del nuovo traffico merci su gomma - continua Salvo -. I caselli autostradali genovesi sono infatti utilizzati quotidianamente nell'ambito di una modalità di spostamento cittadina, il cui sovraccarico avrebbe comunque ripercussioni sulle arterie della città".

"A Genova l'area urbanizzata e portuale è il frutto di continue interazioni, sia lungo la costa sia nell'entroterra, e di un equilibrio tra il carattere della nostra città e il suo benessere sociale e ambientale con le necessità di sviluppo dei settori industriale e turistico. Per tali ragioni - conclude Salvo - si ritiene che le azioni di mitigazione in fase di esercizio della congestione del traffico debbano riguardare non solo il traffico merci ma anche il traffico urbano e considerare l'intervento non solo un potenziamento dell'infrastruttura portuale ma una trasformazione con ricadute sulla vita dei cittadini".

Inoltre, dall'associazione ambientalista fanno notare come nello stesso documento dell'Autorità Portuale si ammette che "la realizzazione di nuove infrastrutture e la loro messa in esercizio non sia sufficiente a garantire elevate performance trasportistiche e ambientali. Risulta necessario accompagnare tali interventi con politiche di organizzazione logistica e di demand management".

In conclusione Santo Grammatico afferma come "alle opere infrastrutturali previste o in corso di esecuzione andrebbero proposti degli ulteriori interventi finalizzati ad alleggerire il traffico urbano sulle direttrici stradali in ambito urbano e in ambito autostradale, così da ridurre il rischio di congestioni in prossimità delle barriere autostradali e degli svincoli di raccordo tra l'A7 e l'A10. Al ponente cittadino vanno riconosciute le servitù che hanno consentito all'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e ai Porti di Genova di diventare, negli anni, il più importante polo portuale italiano e capolinea nel Mediterraneo del corridoio-Rhine Alpine". 

"Il porto deve minimizzare i conflitti con la città e portare benefici estesi, deve essere ripensata la relazione con la mobilità cittadina e la rigenerazione urbana che ne consegue - conclude il presidente di Legambiente Liguria -. Per questo, in un rapporto di relazione positiva, la ricchezza che il porto produce dovrebbe trasformarsi in un'opportunità per rafforzare il trasporto pubblico locale, favorendo la diminuzione del traffico privato".

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