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Economia

Diga foranea e gara deserta, che cosa succede ora

L'Autorità di Sistema Portuale intende andare avanti e si muove su due fronti. Critiche dal Gruppo Pd e dura nota di Cisl e Cgil

"L'Autorità di Sistema Portuale intende proseguire sin da ora nell'iter di affidamento con i soggetti interessati". È quanto si legge in una nota, rilasciata dopo la mancata presentazione di offerte entro i termini previsti dalla procedura di affidamento per la progettazione definitiva, esecutiva e la realizzazione della nuova diga foranea di Genova.

"A tal fine - prosegue l'Autorità -, è in fase di approfondimento una prima ipotesi che prevede di anticipare, già in corso di affidamento, anche l'eventualità, a parità di prestazioni funzionali ed economiche, di una rimodulazione del molo foraneo secondo le indicazioni contenute nella determinazione motivata n. 1/22 del Comitato Speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e rimesse alla fase di progettazione definitiva".

"In parallelo - conclude la nota -, è in corso di valutazione la possibilità di accedere, in via prioritaria, all’apposito Fondo Ministeriale ovvero ad altre fonti di finanziamento proprie o dello Stato, per il reperimento delle risorse necessarie a garantire la copertura finanziaria per l'incremento dei prezzi dei materiali".

Gruppo PD: "Un miliardo a rischio per l'irresponsabile superficialità di Toti, Bucci e Signorini"

"Il bando della diga di Genova andato deserto perché le aziende non hanno ritenuto idonee le condizioni per partecipare - dichiarano i consiglieri del Gruppo del Partito Democratico in Regione Liguria -: è un fallimento assoluto, politico e amministrativo, che pagheranno le aziende del nostro territorio. Nelle scorse settimane i segnali di allarme non sono mancati, non solo legati al tema degli extra-costi, ma più in generale alla struttura e all’impostazione progettuale complessiva. E’ sconcertante che si sia arrivati a questi risultati perché l’amministrazione si è dimostrata incapace di ascoltare chi aveva lanciato l’allarme (c’erano state anche le dimissioni del Project management consulting, che prima di dimettersi aveva detto che per la Diga servivano 2 miliardi e 15 anni di tempo e l’allarme lanciato da Ance e Federlogistica sui costi sottostimati)".

"Ieri Toti garantiva che ci sarebbero stati dei partecipanti alla gara (affermazione singolare), oggi minimizza la questione pretendendo di risolverla con qualche correzione nei costi. Una superficialità - proseguono i Dem - che lascia attoniti di fronte al più grande investimento per la Liguria. Se non si interviene in maniera incisiva e puntuale la Liguria corre il rischio concretissimo non solo di perdere un miliardo di euro del Pnrr, ma anche di compromettere la credibilità del sistema regioanle di riuscire a portare avanti e realizzare opere fondamentale per il territorio".

"L'irresponsabile sicurezza ostentata da Toti Bucci e Signorini su questo bando, che da tempo mostrava la sua debolezza, è la dimostrazione di una mancanza di visione e consapevolezza dei limiti del progetto. Chiederemo con urgenza un’audizione del Presidente della Regione, del Sindaco di Genova e del presidente dell’autorità portuale e commissario della Diga, e delle associazioni di categoria, in Commissione infrastrutture per capire come intendono procedere e come pensano di dare seguito agli annunci, visto che ad oggi abbiamo sentito tante parole smentite dai fatti", concludono i consiglieri.

Filca-Cisl: "Subito azioni concrete per assicurare la realizzazione dell'opera. Ogni anno occupazione per mille edili"

"La diga foranea del porto di Genova è un'opera fondamentale non solo per la città, ma per il sistema logistico di tutto il Paese - dichiarano i segretari generali della Filca nazionale, Enzo Pelle, e della Filca Liguria, Andrea Tafaria -. E non solo: il porto di Genova rappresenta una delle porte del Mediterraneo per l'Europa.La notizia del ritiro delle due cordate che avrebbero dovuto partecipare alla gara per realizzare la diga mette a rischio una delle opere pubbliche più imponenti del Paese, con un miliardo di investimenti e una stima di oltre mille lavoratori per ognuno dei 5 anni necessari per realizzarla. Ci appelliamo al commissario straordinario Paolo Emilio Signorini perché ponga in essere da subito tutte le azioni idonee a rimettere in piedi la realizzazione dell’opera, che insieme al Terzo valico ha una valenza strategica senza precedenti per tutto il territorio".

"Non possiamo tollerare che vadano perse queste risorse previste dal Pnrr - aggiungono - perché sono indispensabili per il rilancio delle costruzioni e consentiranno l'assunzione di migliaia di addetti, oltre a portare benefici in tutti i settori dell'economia. I lavori della diga foranea sarebbero dovuti iniziare a settembre: chiediamo a Signorini di convocare subito le organizzazioni sindacali - concludono Pelle e Tafaria - perché non c'è tempo da perdere, la diga non può allungare l’elenco delle tante opere italiane necessarie e mai realizzate".

Cgil: "Subito un tavolo per fare chiarezza"

Cgil Genova e Liguria, insieme alle categorie Filt e Fillea Genova e Liguria esprimono forte preoccupazione e chiedono un tavolo istituzionale che faccia chiarezza sulla sua realizzazione.

"Le Segreterie sindacali - dicono - hanno più volte sostenuto la necessità di dotare la regione delle infrastrutture adeguate a garantirle finalmente una ripresa dopo decenni di declino. Le dighe foranee di Genova e Savona Vado, e le opere di interconnessione dei tre porti liguri con i corridoi Ten-T sono strumenti imprescindibili per lo sviluppo della Liguria. Vanno quindi trovati tutti i mezzi necessari ad assicurare che i progetti annunciati siano portati a termine, garantendo un confronto costante con le Organizzazioni Sindacali per un’analisi puntuale sulle ricadute occupazionali durante e dopo la loro costruzione. Rivendichiamo pertanto l'attivazione di un tavolo istituzionale per approfondire lo stato di avanzamento delle opere, la gestione dei tempi e le ricadute occupazionali sul territorio".

Lega: governo dia priorità a opere Pnrr con automatismo per extra costi

“Il governo - dice Edoardo Rixi, componente Commissione trasporti e responsabile dipartimento Infrastrutture della Lega - deve fare una scelta e indicare le opere prioritarie del Pnrr da concludere rapidamente. L’impennata sui costi delle materie prime ci impone uno stralcio senza perdere altro tempo oppure il reperimento dei fondi compensativi. Per la diga di Genova, come per tutte le altre grandi opere, ripartire da zero aumenterebbe in modo esponenziale le possibilità che l’infrastruttura si realizzi solo in parte o addirittura venga cancellata. La Lega chiede da tempo l’introduzione di un automatismo sugli extra costi delle materie prime per adeguare i progetti in tempo reale. La diga di Genova, per esempio, in pochi mesi ha avuto extra costi quantificati in circa 300 milioni di euro. Vuol dire che, se non si stabilizzeranno i prezzi a breve, potremmo aver bisogno di aumentare dal 30 al 50% le risorse disponibili per l’opera. Il governo deve scegliere (e in fretta) le sue priorità, le infrastrutture che serviranno alla crescita della nazione hanno bisogno di un indirizzo concreto”.

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