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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Nuova diga foranea, la gara va deserta

Le due cordate volevano una revisione delle condizioni in vista della presentazione delle loro offerte. Ora i tempi sono stretti visto che si tratta di un'opera da realizzare con finanziamenti del Pnrr

Sono scaduti a mezzogiorno i termini per presentare l'offerta per l'appalto della prima fase dei lavori per la diga di Genova, dunque è ufficiale: la gara è andata deserta. 

La cordata composta da WeBuild, Fincantieri, Fincosit e Sidra sembrava intenzionata a tirarsi indietro, e così ha fatto: a mancare sono state le condizioni per presentare un'offerta secondo i termini di gara, così come comunicato in una lettera inviata al presidente dell'Autorità di sistema portuale nonché commissario straordinario per la realizzazione della nuova diga foranea, Paolo Emilio Signorini.

Anche l'altra cordata, composta dal consorzio Eteria (Gavio Caltagirone) con Rcm e Acciona aveva chiesto di rivedere le condizioni ed era pronta a dare forfait, ipotesi che poi si è realizzata.

Un problema grosso visto che l'opera rientra tra quelle finanziate con il Pnrr e il mancato rispetto del crono programma, comporterebbe la perdita dei fondi. Ora l'autorità portuale dovrebbe predisporre un nuovo bando.

La presidente nazionale dell'Ance Federica Brancaccio aveva scritto a Signorini l'8 giugno, spiegando che l'importo base di gara era sottostimato rispetto ai costi per l'esecuzione in mare aperto dei lavori, ma anche per l'aumento delle materie prime e i tempi stretti per la costruzione e proprio per questo aveva ventilato il rischio che la procedura andasse deserta. Il ministro Enrico Giovannini aveva replicato che eventuali extracosti si sarebbero potuti assorbire. Ma le imprese, prima d'impegnarsi chiedono di rivedere le condizioni.

La nuova diga foranea è stata progettata per consentire al porto di Genova di accogliere le navi di ultima generazione, garantire una migliore protezione dei bacini interni dalle mareggiate e dei cambiamenti climatici e offrire una più razionale separazione del traffico commerciale da quello passeggeri. La realizzazione si articola in 2 fasi: la fase A, relativa alla zona di Levante, prevede la demolizione di un tratto dell'attuale opera foranea e la realizzazione di un nuovo segmento di 4.200 metri; le lavorazioni della fase B riguarderanno, invece, il tratto di Ponente e permetteranno di completare il progetto con la costruzione di nuovi 2,2 km che assicurando una distanza dalle banchine esistenti di 400 metri.

Il progetto prevede il recupero del materiale demolito per la costruzione delle nuove porzioni di diga. La nuova infrastruttura a difesa del porto di Genova garantirà una imboccatura di 310 metri di larghezza e un canale di accesso di 2.800 metri, che consentirà di migliorare le manovra delle navi grazie a un cerchio di evoluzione di circa 800 metri. Ma ora la sua realizzazione sembra non più così scontata.

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