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Economia, il governatore Toti: «Difficile ripartire prima di Pasqua, dopo un graduale ritorno alla normalità»

Il governatore ligure pensa a una ripartenza «con regole nuove di sicurezza, esclusione delle zone più colpite e magari per fasce d’età»

La ripartenza, dopo il blocco totale per contenere il contagio da nuovo coronavirus, dovrà avvenire in modo graduale e con tutte le accortezze, ma dovrà avvenire il prima possibile, e dopo Pasqua «bisognerà già iniziare un ritorno alla normalità».

Nei giorni in cui si attende l’ormai certa proroga delle misure di contenimento adottate sino a oggi dal governo, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, fa il punto della situazione sul territorio e suggerisce alcune strategie per la ripresa delle attività, lasciando intendere che con tutta probabilità il blocco resterà in vigore sino a metà aprile.

«Oggi è il momento di non mollare: più saremo capaci di rispettare le regole, prima potremo cominciare a pensare al dopo. Di sicuro non potremo stare chiusi in casa per sempre - ha detto Toti - i soldi che il Governo sta mettendo sono un pannicello caldo e perfino tutti quelli che l’Europa (se volesse, cosa assolutamente non scontata) potrebbe mettere in campo non basterebbero mai per assicurare il benessere al nostro Paese. In Liguria abbiamo deciso di non chiudere alcuni cantieri strategici per il territorio, ad esempio quelli che serviranno a salvare in futuro il nostro territorio da alluvioni e nuovi lutti. E quelli come il ponte per Genova, indispensabili per la nostra economia. Ora, mentre lottiamo per spegnere i focolai del virus, bisogna cominciare a pensare al dopo». 

«Difficilmente la situazione cambierà prima di Pasqua, ma subito dopo occorre immaginare un ritorno alla normalità - ha quindi sottolineato il governatore ligure - Per l’industria, il porto ma anche per tutto l’immenso terziario che dà da mangiare, in Regioni come la nostra, a tante tante persone: penso ai negozi, ai bar, ai ristoranti, agli alberghi e molto altro. Dovremo farlo con regole nuove di sicurezza che ci porteremo dietro per molto tempo, dovremo farlo escludendo le zone più colpite, dovremo farlo magari ragionando a fasce d’età, in modo da proteggere i più vulnerabili. Ma proprio perché dobbiamo difendere i più deboli, le fasce d’età e le aree più colpite, è indispensabile che chi è meno a rischio si prenda l’impegno di lavorare anche per chi non può. Questo vuol dire essere una comunità, questo vuol dire affrontare il futuro, questo vuol dire dimostrare di sapersi risollevare con le proprie forze».

Toti ha quindi confermato l’aumento dei tamponi effettuati quotidianamente in Liguria, rimarcando che, più salgono i tamponi, più aumentano i casi confermati di contagio. Non è quello, però, a determinare l’andamento della curva: «Presto in Liguria supereremo i mille tamponi al giorno e stanno partendo anche i test sierologici. È ovvio che più esami facciamo, più siamo capaci di individuare i soggetti a rischio, più il numero dei contagi che ogni giorno vi diamo cresce. Non è quello il numero da seguire. Le curve che quotidianamente utilizziamo per programmare la disponibilità di sale di rianimazione e di letti di media intensità di cura ci confermano un cauto ottimismo».

Toti ha anche commentato anche lo studio nazionale dell’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), un centro di ricerca universitaria di Roma sostenuto dalla Banca d’Italia che prevede, regione per regione, che in Liguria il contagio potrebbe azzerarsi il 7 aprile.

«Mi sembra molto ottimista - ha detto Toti - credo che i contagi continueranno e continueranno molto a lungo nel tempo, anche perché si stima che un vaccino vero e proprio arriverà, come eventualmente antivirali specifici, non prima di 12 mesi da oggi, e sono già ottimista. Si tratta di capire come calerà il contagio nelle prossime giornate».

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