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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Confindustria: «Senza il Morandi ogni anno il Nord Ovest perde 784 milioni»

I dati illustrati durante l'assemblea degli industriali genovesi che si è tenuta nello stabilimento Ansaldo. A pesare di più sul bilancio, porto e logistica

Sono trascorsi ormai quasi 4 mesi da quel tragico 14 agosto in cui il ponte Morandi è crollato su se stesso, e per ogni giorno trascorso le perdite, in termini economici, sono stati ingenti per tutto il Nord Ovest. La conferma arriva da Confindustria, per cui ogni anno senza il Morandi costerà 178 milioni alle attività portuali e di trasporto merci e 54 milioni a quelle industriali.

I dati sono stati illustrati nel corso dell’assemblea degli industriali genovesi che si è tenuta nello stabilimento di Cornigliano di Ansaldo Energia, cui hanno partecipato anche il sindaco Marco Bucci e il governatore ligure Giovanni Toti insieme con il collega del Piemonte, Sergio Chiamparino. Il crollo del Morandi ha avuto effetti negativi su tutto il Nord Ovest, con un impatto a carico dei cittadini pari a circa 64 milioni di euro, legati principalmente agli spostamenti casa-lavoro, e costi extra per il personale dipendente che arriveranno sino a 68 milioni. Parlando di Prodotto Interno Lordo, l’impatto indiretto su quello di Genova e del Nordovest equivale a 784 milioni. E senza le grandi opere, hanno sottolineato gli industriali, i numeri sono destinati a salire.

«Tutti devono difendere il futuro e il progresso del Paese: il terzo valico, il secondo anello ferroviario la grande diga del porto, la Gronda, le Pedemontane, la Tav, l’Alta Velocità tra Napoli e Bari, opere che possono essere cantierate domani e che rappresentano un pezzo fondamentale del futuro e del progresso di questo paese», ha detto il governatore ligure Giovanni Toti a margine dell’assemblea, commentando così la presa di posizione di Torino: «Bene la manifestazione di Torino pro-Tav, bene la decisione spero irrevocabile di andare avanti col Terzo Valico; ora però aspetto di  sapere dal governo cosa intenda fare con la Gronda, che è irrinunciabile: si tratta di un progetto che ha avuto una gestazione di 10 anni e che deve correre, a gran velocità, visto che siamo pronti con il progetto esecutivo affinché sia cantierato così come mi auguro che altre regioni facciano sentire la propria voce, per avere una mole di opere pubbliche indispensabile a un paese che si sta letteralmente sbriciolando».

Toti si è detto soddisfatto anche della «collaborazione istituzionale con Chiamparino, che va avanti dall’inizio di questo mandato, grazie ad una cabina di regia su cui sedeva prima sedeva Maroni e in cui oggi siede Fontana (nuovo presidente della Regione Lombardia). Anche perché economica, logistica e lo sviluppo di Torino, Milano e Genova sono molto strettamente legati, per cui quando si parla di strade, autostrade, ferrovie e dei modelli di sviluppo degli interporti, oltre che di ricerca per le imprese, non ci sono colori politici, ma regioni che sono tenute a collaborare».

Per quanto riguarda poi la ricostruzione di ponte Morandi, Toti ha chiarito che «il progetto di Renzo Piano è alla base delle moltissime offerte arrivate da parte delle aziende, alcune hanno scelto altri riferimenti e ben vengano, a me interessa però che ci sia presto un ponte sul Polcevera e un’autostrada  A10 ricollegata e aperta. Dopo di che come cittadino ritengo il progetto di Piano molto bello, ma se i tecnici ne sceglieranno un altro me ne farò una ragione. Quello che non posso accettare è che si perda anche solo un’ora, un minuto o un solo secondo per ridare quel ponte ai cittadini di Genova».

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