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Economia

Luci e ombre nel bilancio di fine 2021 dei commercianti genovesi

Per quanto riguarda i generi alimentari sotto Natale, "una riduzione del numero medio di commensali ha inciso negativamente sugli ordini", spiega Alfonsa Carvelli, presidente Fiesa

A quasi due anni dall'inizio della pandemia, si è ormai fatta strada la consapevolezza di un radicale e duraturo cambiamento nella vita di tutti. Anche, naturalmente, per quanto riguarda il commercio. Nello stilare un bilancio del 2021 e delle aspettative per il 2022 appena cominciato, i commercianti genovesi sono sospesi tra preoccupazione e speranza, come sintetizza la vice presidente di Confesercenti Genova, Francesca Pescetto.

"Gli ultimi tre mesi dell'anno appena concluso hanno fatto segnare una discreta ripresa, se non altro rispetto al rovinoso 2020 da cui eravamo venuti - spiega Pescetto -. Dobbiamo essere fiduciosi nella ripresa, a condizione di rendere strutturali le misure di contenimento e convivenza col covid-19 e di uscire, quindi, dalla logica di continua emergenza che ha contraddistinto l'ultimo biennio".

"Un autunno incoraggiante e un Natale in linea con quello del 2019, unito al lento ritorno dei turisti, anche stranieri, rappresentano motivi di fiducia - concorda Francesca Recine, presidente Fismo -. Il settore moda, rispetto ad altri, è meno interessato dalle restrizioni necessarie al contenimento della pandemia ma, in compenso, continua a doversela vedere con vecchi problemi: uno su tutti, quello di un periodo dei saldi troppo anticipato, che spezza sul nascere il trend stagionale e impedisce ai negozi di marginare adeguatamente".

Luci e ombre anche per i negozi di generi alimentari, come spiega Alfonsa Carvelli, presidente Fiesa. "Il consumo sul posto ha avuto un andamento altalenante a seconda dei periodi di maggiori o minori restrizioni e, verso la fine dell'anno, è tornata a crescere la quota rappresentata dal delivery - spiega Carvelli -. Anche sotto Natale, pur lavorando abbastanza, siamo rimasti bene al di sotto del consueto giro d'affari, riscontrando un sensibile calo nel potere d'acquisto delle famiglie e una riduzione del numero medio di commensali che ha inciso negativamente sugli ordini: un dato condizionato, a sua volta, dal giro di vite contro gli assembramenti".

Alessandro Simone, presidente Fiepet, si sforza comunque di vedere nella crisi del covid-19 un'occasione di crescita per i pubblici esercizi. "Siamo ancora lontani dai numeri precedenti alla pandemia, ma il secondo semestre del 2021, pur segnato dall'incertezza a ridosso delle festività, ci induce a guardare con ottimismo per il futuro - spiega Simone -: quanto successo negli ultimi due anni, inevitabilmente, ha accelerato un processo di rinnovamento che era già in atto, con molti pubblici esercizi che hanno investito in tecnologia, spazi esterni e formazione del personale".

E proprio la formazione è tema caro ad Alessio Maloni, coordinatore dei Giovani imprenditori Confesercenti. "Le difficoltà inedite che abbiamo dovuto affrontare - dichiara Maloni - hanno reso ancora più evidente l'importanza di un adeguato percorso formativo e specialistico per qualunque tipo di attività imprenditoriale perché, in un contesto di estrema incertezza come quello odierno, sopravvive solo chi sa garantire all'utenza professionalità e qualità del servizio".

Infine, uno sguardo al mondo dell'ambulantato. "Gli operatori su aree pubbliche con un posto fisso nei mercati rionali, pur dovendosi destreggiare tra le necessarie misure di sicurezza, hanno ripreso a lavorare tirando una boccata d'ossigeno dopo l'annus horribilis 2020 - sintetizza Marisa Carrea, referente Anva per il comparto Fiere -, mentre i cosiddetti 'fieristi', coloro cioè che svolgono la loro attività prevalentemente in occasione di fiere e sagre, hanno continuato a subire gravi perdite in seguito alla soppressione della maggior parte degli eventi di questo tipo, della confusione generatasi per le modalità di accesso alle manifestazioni e nell'uso del green pass e, in generale, per una crescente propensione agli acquisti online".

"Va comunque riconosciuto al Comune di Genova di aver risposto alle nostre richieste di aiuto per gli ambulanti e, soprattutto, per gli stessi fieristi, concedendo loro posteggi temporanei sparsi per la città. Inoltre - conclude Carrea - il rapporto sinergico tra uffici comunali, assessorato e Anva ha comunque reso possibile l'organizzazione di diverse fiere in completa sicurezza. Il proposito per il 2022 è di promuovere iniziative di sensibilizzazione che riportino le persone ad acquistare nei negozi e nei mercati di quartiere, anche se le prime notizie che ci giungono da molti comuni italiani, con la cancellazione di molte fiere importanti, sono tutt'altro che incoraggianti".

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