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Economia

Ristorazione ospedaliera, fumata bianca dopo il presidio dei lavoratori e il confronto in Regione

Protesta sotto la sede dell'ente per chiedere che nel bando per il maxi appalto vengano inserite maggiori garanzie occupazionali: soddisfatti i sindacati dopo l'incontro con l'assessore Viale

Fumata bianca dopo l’incontro in Regione tra i sindacati degli lavoratori degli appalti della ristorazione ospedaliera regionale e l’assessore alla Sanità. Sonia Viale. 

I lavoratori si erano dati appuntamento venerdì mattina davanti alla sede della Regione per un presidio finalizzato a chiedere modifiche sostanziali, o in alternativa la revoca, del bando sul maxi appalto da 158 milioni per affidare il servizio di ristorazione negli ospedali San Martino e in quelli di Asl 2, Asl5 e nell' Asp Brignole. In totale sono 250 i lavoratori in Liguria, che per i sindacati sarebbero a rischio a meno di non rendere più stringente la clausola sociale e salvaguardare così l’occupazione. 

Il confronto con l’assessore Viale si è concluso con soddisfazione da parte dei sindacati: «A seguito dell'incontro odierno con l'assessore Viale abbiamo ottenuto l'inserimento di un punteggio specifico per le aziende che dichiareranno in fase di offerta l'assorbimento del 100% del personale già operante» 

Le organizzazioni sindacali «apprezzano la volontà dell'amministrazione di trovare una soluzione che andasse incontro alle nostre specifiche richieste». 

«Abbiamo trovato un punto di incontro per garantire un equilibrio tra la salvaguardia dei posti di lavoro e il rispetto delle procedure. La clausola sociale c'era, ma non era soddisfacente per le  le organizzazioni sindacali - ha detto Viale a margine del confronto - Siamo riusciti, dopo alcuni tavoli tecnici, a trovare una sintesi che trova il favore sia dell'amministrazione pubblica sia delle parti datoriali. Ringrazio i rappresentanti dei lavoratori per la disponibilità al confronto che permette di andare avanti su un bando che era in regime di proroga dal 2013 e andava rifatto nell'interesse pubblico, per garantire continuità e qualità nel servizio».

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