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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Ricetta di Carnevale: le bugie

Un dolce tradizionale che non può mancare in tavola a febbraio

  • Categoria

    Dessert
  • Difficoltà

    Facile
  • Tempo

    30 minuti + tempo di riposo in frigorifero
  • Dosi

    4 persone
  • 240 grammi di farina
  • 20 grammi di burro fuso
  • 50 grammi di zucchero
  • 2 uova
  • 1/2 bicchiere di acquavite o di vino bianco
  • sale
  • olio
  • zucchero a velo

Procedimento

Disponiamo la farina a "fontana", e al centro poniamo il burro fuso, le uova, un pizzico di sale, lo zucchero e l'acquavite (o il vino). Lavoriamo bene l'impasto fino a ottenere un composto omogeneo. quando sarà pronto lasciamolo riposare mezz'ora in frigorifero. 

Quando saranno passati 30 minuti, stendiamo la pasta con un mattarello e ricaviamo larghe strisce. Da queste, con una rotella, tagliamo tante strisce più piccole e di forme diverse, dai triangoli ai quadrati.

Mettiamo ora sul fuoco una padella con abbondante olio, e quando sarà pronto immergiamoci - poco per volta - le bugie. Quando saranno dorate, potremo scolarle e posarle su un piatto coperto con un foglio di carta assorbente. Cospargiamo con zucchero a velo, e il gioco è fatto.

La ricetta

Non c'è Carnevale senza bugie (o chiacchiere): questa ricetta antica viene tramandata di generazione in generazione fin dai tempi dell'antica Roma, diventando una specialità senza tempo. Tanto che ogni regione ha le sue varianti: in Liguria questi dolci sono chiamati "bugie" oppure, in alcune zone, "crostoli". E poi, man mano che si gira l'Italia, ci si sbizzarrisce: cioffe, frappe, cenci, guanti, gasse, sfrappe, pizze fritte, e chi più ne ha più ne metta. Praticamente ogni regione ha il suo modo di chiamare questo alimento.

I segreti delle bugie? Sono buone e si preparano facilmente e in poco tempo, con ingredienti che tutti abbiamo in casa.

Non c'è Carnevale senza bugie (o chiacchiere): questa ricetta antica viene tramandata di generazione in generazione fin dai tempi dell'antica Roma, diventando una specialità senza tempo. Tanto che ogni regione ha le sue varianti: in Liguria questi dolci sono chiamati "bugie" oppure, in alcune zone, "crostoli". E poi, man mano che si gira l'Italia, ci si sbizzarrisce: cioffe, frappe, cenci, guanti, gasse, sfrappe, pizze fritte, e chi più ne ha più ne metta. Praticamente ogni regione ha il suo modo di chiamare questo alimento.

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