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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Uccise pusher e lo lanciò dal viadotto, è libero

I fatti risalgono al 7 novembre del 2008, quando un contadino notò il corpo senza vita di un uomo, incastrato fra due tronchi d'albero. Le indagini portarono in carcere Santo Caccamo e il fratello Vincenzo

Condannato a ventisei anni in primo grado e all'ergastolo in Appello, da venerdì sera Vincenzo Caccamo, 55 anni, è stato scarcerato per la scadenza dei termini di custodia preventiva. Da sei anni Cassazione e Corte d'Appello si 'rimpallavano' il procedimento e così non si è mai arrivata a una sentenza definitiva.

I fatti risalgono al 7 novembre del 2008, quando un contadino notò il corpo senza vita di un uomo, incastrato fra due tronchi d'albero. Le indagini permisero di chiarire che il marocchino, Ahmed Jamil, era stato ucciso con un colpo di pistola in auto sull'A7 Milano-Genova e gettato da un viadotto.

Inizialmente finì in carcere Santo Caccamo, fratello di Vincenzo. Ma successivamente venne chiarito come a sparare sia stato Vincenzo, mentre il fratello era alla guida. Il 19 maggio 2010 Vincenzo Caccamo viene condannato in primo grado a ventisei anni per omicidio volontario premeditato, con attenuanti generiche.

Il 20 maggio 2011 la Corte d'Appello condanna Vincenzo Caccamo all'ergastolo, senza attenuanti. Il 17 ottobre dell'anno dopo la Cassazione accoglie il ricorso dell'avvocato difensore e ribadisce che occorre ricalcolare la pena: nuovo appello e nuovo ricorso sui conteggi, accolto dalla Suprema Corte.

Il 7 gennaio di quest'anno l'ennesima puntata: condanna di trent'anni ed ennesimo ricorso. Ma i sei anni di custodia cautelare preventiva volgono al termine e così da venerdì il 55enne è libero.

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