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Cronaca Carignano / Via Jacopo Ruffini

Villa Croce, a un anno dalla chiusura il museo riapre con una mostra "green"

L'appuntamento è per il 9 maggio, in occasione dell'inaugurazione di un'esposizione che tratta la denuclearizzazione del territorio. Tra le novità, una project room per gli studenti dell'Accademia Ligustica

A un anno dalla chiusura - e dopo parecchie polemiche - si riaprono le porte del  Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, l’antica villa circondata dal parco che sorge in via Ruffini, a Carignano: dopo i diversi sopralluoghi effettuati da inizio anno a oggi dall’assessorato alla Cultura del Comune di Genova, insieme con le diverse associazioni che da tempo seguono il destino della struttura, la riapertura è stata fissata per il 9 maggio con una mostra dedicata all’ambiente e alla sua tutela.

L’esposizione, curata da Sandro Parmiggiani, s’intitola “Art Spaces - Gli Spazi dell’arte”, e comprende 52 opere di altrettanti artisti che hanno “rielaborato” i fusti cilindrici di acciaio utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi delle centrali nucleari: «Il curatore - spiegano dal museo  - ha ragionato su temi attuali e sensibili per le future generazioni, partendo da un progetto scientifico - ecologico sulla denuclearizzazione dei territori».

Al fianco della mostra, sarà in esposizione (come promesso ai tempi della chiusura) anche la collezione permanente, che conta su 4000 opere tra sculture, dipinti, foto, grafiche, installazioni e wall painting suddivise sui tre piani del museo, cui si aggiungono una speciale “project room” dedicata ai giovani artisti e studenti dell'Accademia Ligustica di Belle Arti e la biblioteca, che ospiterà laboratori didattici per le scuole.

Nell’ultimo anno, il Comune ha lavorato al recupero e alla riqualificazione di Villa Croce rifacendo l’impianto di illuminazione interno e occupando dello spazio verde esterne. La gestione è passata nuovamente ed esclusivamente al Comune, dopo le polemiche legate alla decisione di affidarla alla società Open Srl, che nel gennaio del 2018 aveva simbolicamente deciso di chiudere il museo per chiedere maggiore aiuto proprio da parte di Tursi.

Parecchie polemiche aveva suscitato la decisione di consentire l’uso della villa per eventi privati, un fuoco che aveva preso vigore in occasione della festa degli ultras della Sampdoria. L’assessore Barbara Grosso, che aveva ereditato la poltrona (e i nodi) di Elisa Serafini, a ottobre aveva anticipato la riapertura in primavera.

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