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Cronaca

Hacker inneggiano alla strage di Viareggio, c'è anche un genovese

Un genovese è fra i sei indagati per gli insulti ai parenti delle vittime del disastro ferroviario, avvenuto a Viareggio nel 2009. I commenti sono apparsi su un sito della città toscana. Perquisizioni in diverse regioni

C'è anche un genovese fra i sei hacker, indagati per violazione di sistema informatico e sostituzione di persona, per aver inneggiato sul web alla strage di Viareggio. I sei rischiano pene fino a tre anni di carcere.

«Cento di questi giorni» e «Quanti accendini puoi caricare su un treno di gpl» sono alcune delle orribili frasi, apparse su un sito internet di Viareggio. I pirati della rete hanno rubato le identità di alcuni iscritti al portale per inserire i loro commenti. Personaggi del genere sono spesso difficili da rintracciare, ma questa volta la polizia postale è riuscita a individuarli.

Gli agenti hanno eseguito perquisizioni in diverse regioni. I sei hanno tutti fra i 20 e i 40 anni. Si tratta di calabresi, piemontesi e lombardi e uno residente a Genova. Interrogati dal magistrato, gli indagati hanno definito il gesto una bravata. La vicenda è stata resa nota dal Tgr Liguria delle 14 con un servizio di Giuseppe Lavenia.

Per quanto riguarda la strage, lo scorso 20 settembre i pm di Lucca hanno chiesto pene da cinque a sedici anni per i trentatré imputati per il disastro del 29 giugno 2009 in cui morirono 33 persone dopo il deragliamento di un treno merci che trasportava gpl.

I pm del processo per la strage di Viareggio hanno chiesto la condanna a sedici anni di Mauro Moretti, già ad di Fs e ora amministratore delegato di Finmeccanica. Moretti è imputato di incendio colposo, omicidio e lesioni plurime colpose, disastro ferroviario. Tra le altre richieste di condanna al processo, chiesti 15 anni per l'ex ad di Rfi, Michele Mario Elia; 9 anni per i dirigenti Salvatore Andronico e Mario Castaldo (Trenitalia Cargo), Giovanni Costa e Giorgio Di Marco (Rfi); 5 anni per Calogero Di Venuta (Rfi Firenze). Chiesta invece l'assoluzione per Andreas Barth dell'officina Jugenthal Waggon di Hannover e Andreas Carlsson responsabile di stabilimento Jugenthal Waggon Hannover.

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