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Cronaca

Lite sul treno: "suo figlio è maleducato"; risposta: "no è autistico"

Brutto episodio su un convoglio fermo in stazione a Vesima. Alcuni ciclisti impedivano l'accesso all'area disabili, ma, una volta capita la situazione, sono scesi e hanno preso il treno dopo

Un altro episodio d'intolleranza a bordo di un treno secondo quanto riferisce Marco Macrì, pompiere e portavoce delle 1.200 famiglie con bimbi disabili in attesa di cure. Contattata da GenovaToday, la protagonista della vicenda ha precisato di non aver nulla da rimproverare all'azienda, anzi ha sottolineato la gentilezza del personale, seppur le siano stati chiesti i documenti del figlio, al contrario dell'atteggiamento degli altri passeggeri.

"Succede ancora e chissà quante volte i genitori quest'estate dovranno essere umiliati - si domanda Macrì -. Sono passati solo due mesi dai disabili di Haccade e bisogna litigare per un diritto ed essere umiliati per farlo rispettare".

"Sabato 18 giugno - racconta Macrì - sul treno da Vesima a Brignole nel vagone dei disabili c'erano due ciclisti che impedivano l'accesso all'area dedicata. La mamma di un bimbo neurodivergente ha chiesto se la facevano passare con il bambino e si è sentita rispondere: 'signora dove c.... metto la bici?'. Al chè la madre arrabbiata fa presente che bloccavano l'ingresso a quello era un vagone dedicato ai disabili e uno dei due ciclisti 'ah io non ne vedo in quel momento'".

"Nel mentre - prosegue Macrì - il bimbo entra in crisi causa troppa confusione, troppi stimoli, e la mamma chiede di nuovo di poter accedere alla carrozza dedicata ma la risposta dei ciclisti é: 'il bambino è maleducato'; e la madre umiliata e ferita: 'no è autistico'. Non contenti rimarcano 'ah allora non deve prendere il treno'. Inizia la discussione arriva il capotreno la madre del bimbo neurodivergente mostra i documenti del figlio e dopo ulteriori discussioni i signori ciclisti vengono fatti scendere lì a Vesima dal capotreno".

"La domanda sorge spontanea - si chiede Macrì - un bimbo disabile se non in carrozzina, se non down con tratti fisiognomici che ne evidenziano lo stato, se non ipovedente, non sono per i cittadini e per le ferrovie cittadini fragili che vanno difesi e tutelati e pertanto bisogna girare con i documenti in mano del proprio congiunto e sbandierarli per ottenere un diritto perché si pensa che si possa prevaricare?".

"I bimbi portatori di handicap con problemi di neurosviluppo, autistici, non hanno tratti che ne evidenzino la loro condizione - conclude - e quindi non identificabili se un genitore magari anche in imbarazzo espone la condizione del proprio caro additare il bimbo come 'maleducato' o 'capriccioso' e non comprendere la situazione di una madre in difficoltà non pare a cittadini e rappresentanti di ferrovie segno di insensibilità verso chi é più fragile?".

La replica di Trenitalia

Il capotreno mentre passava normalmente a far controlleria ha notato questo gruppo di persone con la bicicletta e siccome c'era un treno appena dopo che aveva maggiori disponibilità di posti ha chiesto loro di scendere e prendere il treno appena successivo. Il capotreno non ha chiesto nessun documento tantomeno che attestasse la disabilità del ragazzo. Il tutto si è svolto molto velocemente, il treno è stato fermo ed è ripartito da Vesima dopo 6 minuti.

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