Blitz vandalico al casello di Est, la Digos acquisisce le immagini: proseguono le indagini
Nel video recuperato dagli investigatori si vede il momento in cui i manifestanti, con indosso gilet gialli e arancioni, hanno acceso i fumogeni iniziando a manomettere le sbarre del casello
Proseguono le indagini della Digos di Genova sul raid vandalico messo a segno la sera del 24 novembre scorso al casello autostradale di Genova Est, dove una trentina di persone hanno acceso diversi fumogeni, danneggiato le sbarre e scritto sui muri frasi contro Autostrade in riferimento alla tragedia del ponte Morandi.
Gli investigatori hanno già requisito i filmati delle telecamere di sorveglianza che non erano state oscurate con sacchetti di plastica: il blitz è durato una decina di minuti, durante i quali i partecipanti hanno bloccato le sbarre con nastro isolante, manomesso tre casse automatiche con la colla e distribuito volantini con scritto “Ponte Morandi apriamo i caselli paga Autostrade”. Sul muro, invece, era stata tracciata con vernice nera la scritta “Autostrade spa assassini, no paghemmo ciu”.
Del blitz era stata fatta menzione pochi giorni dopo anche su un sito di matrice anarchica, dove è stata diffusa una nota non firmata: «Il crollo di ponte Morandi ha precisi responsabili: l’intera classe politica, dirigente e padronale che dal dopoguerra ad oggi si è alternata nella pianificazione e messa in atto di un processo di sviluppo industriale devastante per il territorio della città di Genova - recitava la nota - Capitali, profitti, imperi economici sono stati costruiti sulla pelle di abitanti e lavoratori. Sabato 24 Novembre abbiamo aperto il casello di Genova Est, permettendo alle auto di uscire gratuitamente. Un gesto diretto, minimo di fronte alle responsabilità assassine di autostrade S.p.a e dello Stato. Smettere di subire passivamente è possibile. Autorganizzarsi e lottare anche. Non paghiamo più».
La Digos sta indagando in diverse direzioni per risalire agli autori del gesto: tutti i partecipanti, come testimoniato anche dai casellanti, avevano il volto nascosto da passamontagna e indossavano gilet ad alta visibilità gialli e arancio, forse un modo per riprendere la protesta francese.