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Cronaca

Furti in Valpolcevera, la "banda dei boschi" tradita dall'abitudine

Dopo settimane di indagini, i carabinieri hanno arrestato due uomini di origini albanesi, ritenuti i responsabili dei colpi in serie messi a segno tra Mignanego, Campomorone e Serra Riccò. Tra la refurtiva anche generi alimentari, miele, olive e un agnello congelato

Finisce un incubo per gli abitanti dell'alta Valpolcevera, per settimane nel mirino da rapinatori che entravano in azione nel cuore della notte razziando le case con i proprietari all'interno, due dei quali arrestati lo scorso 22 aprile dai carabinieri.

Campomorone, Mignanego e Serra Riccò il “terreno di caccia” prediletto, un’abitudine che, unita alla presenza ormai costante dei carabinieri in zona, alla fine li ha traditi, consentendo ai militari di incastrarli.

Arti Ndreka, 37 anni, e Spartak Cakoni, 25, entrambi di origini albanesi, sono stati individuati e arrestati dai carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Sampierdarena tra la notte del 22 e la mattina del 23 aprile, dopo avere messo a segno un colpo, l’ennesimo, in via Pernecco Inferiore, a Serra Riccò, la stessa in cui gli investigatori presumono abbiano colpito altre due volte il 14 e il 15 aprile. Ndreka è stato bloccato ancora a bordo dell’auto usata per raggiungere l’abitazione, una Peugeot rubata nel corso di un furto in via Guagnino, il 13 aprile, mentre Cakoni, che era riuscito a darsi alla fuga nei boschi, è stato rintracciato grazie al gps del cellulare a Sampierdarena, la mattina del 23.

Al momento sono 9 i colpi attribuibili alla coppia, ma la refurtiva trovata nella casa di via Begato che i due si dividevano lascia pensare che siano di più. Quasi certamente tutti quelli denunciati alle forze dell’ordine da marzo a oggi, e anche alcuni di cui i proprietari delle abitazioni prese di mira potrebbero ancora non essersi accorti.

Per ricostruire il percorso dei due rapinatori è necessario fare un passo indietro: è il 10 marzo quando un pensionato di 80 anni si risveglia nel suo appartamento di via Geminiano, sulle alture di Bolzaneto, trovandolo svaligiato. Nessun indizio sugli autori del furto, complice il fatto che l’ottantenne dormisse quando i ladri si sono introdotti in casa, ma la settimana successiva, tra il 14 e il 15 marzo, i malviventi tornano a colpire, sempre a Geminiano. Due volte, e almeno in un caso vengono sorpresi dalla vittima, una donna di 71 anni residente in via San Lorenzo di Casanova, che li trova intenti a frugare nei cassetti e che non riesce a fare altro che gridare, mettendoli in fuga. La vittima successiva è un 50enne disabile, che non si accorge del furto sino al giorno successivo: in questo caso i ladri sono entrati mentre dormiva, dalla porta d’ingresso chiusa, ma non sprangata.

Nelle settimane successive i banditi continuano a colpire con frequenza sempre più ravvicinata: il 18 marzo a essere preso di mira è un magazzino di via Bancheri, annesso a un’abitazione, da cui vengono portate via anche due motoseghe, e poi una villetta nella stessa via. In casa, al momento del furto, un’insegnante di 51 anni e l’anziana madre di 86, immobilizzate nel cuore della notte, incappucciate e chiuse in una stanza mentre i ladri, due uomini dall'accento est europeo, razziano cassetti e armadi e addirittura, stando alla testimonianza delle due donne, si preparano anche qualcosa da mangiare. 

L'abitazione di via Bancheri viene presa di mira altre due volte, il 26 marzo e il 28 marzo: nel primo caso la presenza delle proprietarie in casa mette in fuga i ladri, nel secondo agiscono indisturbati, complice l'assenza di madre e figlia, ormai terrorizzate all'idea di restare da sole durante la notte. Il 13 aprile è il turno di una donna di 52 anni residente in via Guagnino, a Mignanego, dove i malviventi rubano anche una macchina, una Peugeot avvistata in via Begato, poco distante dal covo dei due arrestati, altro elemento che conferma la responsabilità dei due arrestati.

Il 14 e il 15 aprile i ladri sono a Serra Riccò: fanno irruzione in due appartamenti di via Pernecco inferiore, ai civici 16 e 17, e derubano un 85enne e una coppia composta da un 37enne e da una 27enne. E ancora, il 21 aprile, i malviventi si introducono in un'abitazione di Campomorone, afferrano le chiavi di una Fiat 500 e se ne vanno: l'auto sarà la stessa usata per mettere a segno il colpo del 22, l'ultimo, quella su cui viene sorpreso Ndreka in via Pernecco. Sull'altra auto, la Peugeot, i carabinieri troveranno una sim card intestata al 33enne rapinato a Serra Riccò che li collega al furto commesso a Mignanego.

In totale dunque, come detto, sono 9 i colpi che i militari ritengono di poter attribuire alla coppia, cui presto potrebbero aggiungersi anche quelli commessi a Geminiano e quello della notte del 7 aprile di salita del Brasile, sempre sopra Bolzaneto, durante il quale un uomo di 68 anni è stato sorpreso nel sonno da due ladri e minacciato con un bastone.

Veri e propri predoni, che non hanno esitato a razziare tutto ciò che capitava sottomano, compresi generi alimentari: in un caso hanno portato via barattoli di miele e olive fatti in casa, in un altro bottiglie di olio e cibo in scatola, in un altro ancora addirittura un agnello congelato, tutti ritrovati nella casa popolare di via Begato in cui i due abitavano insieme con moltissima altra refurtiva, nella stragrande maggioranza dei casi di poco o medio valore. Unica eccezione, il bottino dell'ultimo colpo, che ammonta a circa 25mila euro in gioielli d'oro e d'argento, subito restituiti alla legittima proprietaria.

Decisiva, per l'arresto, l'attività di monitoraggio e presidio nelle zone “rosse”: i carabinieri nelle ultime settimane hanno organizzato diversi servizi in zona, riuscendo così a notare la 500 sospetta in via Pernecco, presa già di mira in altri due casi. L'attesa e l'appostamento hanno fatto il resto: «L'attività di controllo e indagine portata avanti è stata lunga e articolata, ma ha dato i suoi frutti. Non sappiamo se i due arrestati siano gli unici responsabili dei furti in serie commessi in Valpolcevera, ma sono moltissimi gli indizi che portano loro - ha commentato il colonnello Riccardo Sciuto, comandante provinciale dei carabinieri - Stiamo ancora passando al vaglio la refurtiva trovata nell'abitazione dei ladri, per questo invitiamo abiti nelle zone prese di mira e abbia subito un furto a contattarci per riuscire a trovare i proprietari».

Resta da chiarire, inoltre, se la coppia abbia sempre agito insieme, o se nei diversi furti siano coinvolti anche altre persone appartenenti alla loro cerchia, su cui i carabinieri stanno indagando in queste ore.

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