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Cronaca

"Il paziente aveva il covid, la penitenziaria lo ha scoperto solo durante il piantonamento": la denuncia

"La Rems Villa Caterina di Pra' non è riuscita a gestire un internato, inviandolo al pronto soccorso. Ma solo durante le consegne il personale di polizia penitenziaria, ha appreso che il detenuto fosse positivo al covid-19": così Fabio Pagani, segretario regionale Uil Polizia Penitenziaria

Dalla struttura sanitaria di sicurezza al pronto soccorso, ma solo durante l'operazione in corso la polizia penitenziaria ha appreso che la persona in questione era positiva al coronavirus: questo è quanto denuncia il sindacato Uilpa, chiedendo maggior attenzione.

"In questi giorni - spiega Fabio Pagani, segretario regionale Uil Polizia Penitenziaria - la Rems Villa Caterina di Pra' non è riuscita a gestire un internato di origini albanesi, classe 1983, inviandolo al pronto soccorso. Ma solo durante le consegne il personale di polizia penitenziaria ha appreso che il detenuto fosse positivo al covid-19. Non è possibile mettere a rischio l’incolumità del personale di polizia penitenziaria e del carcere di Marassi, con il rischio di poter riportare il covid all’interno della struttura penitenziaria dopo due anni di sacrifici".

In questi anni di pandemia, Marassi ha sfiorato più volte i 100 detenuti contagiati e altrettanti poliziotti. Oggi, nessun detenuto sui 700 presenti è  positivo: "I poliziotti che partecipano ai turni del piantonamento - precisa Pagani - espletano sevizio anche all’interno dell’istituto. Da tempo denunciamo, fra le numerose e gravissime difficoltà che investono il sistema carcerario, il particolare problema dei detenuti infermi di mente che non trovano posto o che giuridicamente non possono essere ospitati nelle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, restando così in carcere, spesso nei circuiti ordinari, senza ricevere l’assistenza e le cure necessarie e costituendo, anche loro malgrado, un ulteriore problema per la polizia penitenziaria e per l’ordine carcerario".

"Le Rems - conclude Pagani - debbono funzionare e soprattutto ampliarsi in Liguria dove Villa Caterina, che può ospitare al massimo 20 pazienti, è l’unica struttura in regione. Ci appelliamo al governatore Toti: sia questa allora l’occasione, come abbiamo di recente chiesto anche alla Ministra della Giustizia Cartabia, per affrontare compiutamente e alla radice la questione, procedendo con riforme che consentano una gestione oculata e sanitaria di tutti gli affetti da patologie psichiatriche sottoposti a misure restrittive della libertà personale per ragioni penali, in ogni fase e grado del procedimento e dell’esecuzione evitando di coinvolgere la polizia penitenziaria, che nulla c’entra sui soggetti internati e perlopiù positivi al covid. La soluzione è lì a portata di mano, basta volerla".

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