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Cronaca

Ucraina, partito pullman di Amt per 40 donne e bambini in fuga

Il Comune di Genova ha anche attivato, dal proprio sito internet, il sistema di donazione online per la popolazione civile in fuga dall'Ucraina

È partito oggi, martedì 8 marzo, alle 5 il pullman messo a disposizione da Amt Genova per raggiungere Siret, la città della Romania al confine con l'Ucraina diventata, in pochi giorni, uno degli snodi, sia stradale che ferroviario, per i profughi in fuga dalla guerra. Il pullman raggiungerà il piccolo centro romeno, appena 10mila abitanti, mercoledì mattina per poi ripartire in direzione Genova con a bordo 40, tra donne e bambini, in attesa da giorni di poter raggiungere il nord e centro Italia. L'arrivo a Genova è previsto per venerdì.

La missione è stata organizzata dal Comune di Genova, con la collaborazione di Amt Genova, con il supporto del console della città di Odessa Igor Mendelevich, che, in virtù del gemellaggio tra Genova e la città sul Mar Nero, sta tenendo rapporti anche con il consolato generale dell'Ucraina a Milano e l'ambasciata ucraina per intercettare le richieste di aiuto di migliaia di civili in fuga.

Il Comune di Genova ha attivato, dal proprio sito internet, il sistema di donazione online per la popolazione civile in fuga dall'Ucraina. La donazione, tramite il sistema Pagopa, può essere effettuata collegandosi al link https://smart.comune.genova.it/donazioni-ucraina (nella sezione in evidenza del sito del Comune di Genova).

Nel frattempo continua la raccolta di generi di prima necessità nell'hub allestito dai volontari della Protezione civile del Comune di Genova nella palazzina ex Q8 alla Foce. Per ricevere maggiori informazioni sui beni da poter donare e su come donarli si può far riferimento al numero 800 177 797 o si potrà inviare una mail all’indirizzo emergenzaucraina@comune.genova.it.

"Ci siamo interrogati su come potessimo essere utili - ha detto l’assessore alle Politiche della Casa Pietro Piciocchi - e abbiamo pensato che il nostro dovesse essere un ruolo proattivo per prefigurare un percorso di salvezza. È stato allestito un mezzo che partirà domattina alle cinque da Sestri Levante. Ora stiamo lavorando sull’accoglienza delle famiglie che arriveranno, non abbiamo un piano pronto ma dobbiamo lavorare nelle prossime ore per costruire un sistema di accoglienza appropriato e sono sicuro che saremo in grado di farlo anche perché stiamo registrando slanci di grande generosità da parte delle persone. Al momento stiamo già ospitando 70 persone con disabilità in albergo a spese dell’amministrazione, come è giusto che sia, però abbiamo bisogno di sostegno. Prima vengono le persone, poi le questioni finanziarie".

"Ringrazio gli uffici delle Politiche sociali - dice il consigliere delegato Mario Baroni - che da quando è iniziata questa storia grave per la storia dell’umanità stanno cercando di mettere in piedi una cosa molto semplice: la sensibilità dei genovesi ci spiazza sempre e moltissimi privati si sono offerti di dare accoglienza. I profughi sono in prevalenza donne e bambini e quindi hanno bisogno di tantissime cose come tamponi e vaccinazioni, perché in quei paesi il livello di vaccinazione è molto basso [35% della popolazione adulta circa per il covid secondo le indicazioni del ministero della Salute] e non solo per il Covid, ma anche per morbillo, polio e altre malattie. Ci troviamo in una situazione molto delicata da analizzare, ci sono situazioni da sostenere psicologicamente, ci sono situazioni sanitarie da curare e ci saranno assistenti sociali per indirizzare queste persone".

"Voglio ringraziare il Comune perché noi abbiamo un gemellaggio tra Genova e Odessa, ma a volte i gemellaggi sono più di facciata - ha raccontato Igor Mendelevich, console della città di Odessa -. Una risposta come questa, invece, ha valore anche psicologico. Ci sono gli aiuti materiali ma anche quelli psicologici che aiutano a non sentirsi isolati. Non vogliamo essere coinvolti nel conflitto da un punto di vista militare e per questo sul pullman ci sono solamente beni di prima necessità rivolti alla popolazione civile, non trasportiamo elmetti o giubbotti antriproiettile e non portiamo persone per andare a combattere".

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