Ucraina, padre Tarasenko: "Presto con gli aiuti, la gente ha fame, sete e dorme nei sotterranei"
Il cappellano della comunità genovese: "A Genova siamo pieni di cose raccolte grazie alla generosità di tante persone, ma mancano i camion e non possiamo più aspettare, dobbiamo partire"
"Fate presto, i nostri connazionali in Ucraina non possono aspettare". Questo l'accorato appello lanciato da padre Vitaly Tarasenko, il cappellano della comunità ucraina genovese, intervenuto nel pomeriggio di giovedì 3 marzo 2022 presso la sala trasparenza di Regione Liguria nel corso del punto stampa sull'emergenza.
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Il governatore Toti aveva parlato, rivolgendosi ad associazioni e a coloro che vogliono aiutare, spiegando: "Aspettiamo ancora 24 ore per quello che riguarda la filiera nazionale e per capire come funzionerà la catena della solidarietà a livello generale, chiedo alle organizzazioni di restare ancora in standby per capire quali saranno effettivamente i bisogni complessivi del sistema e organizzarci nel migliore dei modi".
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Il termine non è piaciuto all'esponente della comunità ucraina che ha puntualizzato: "Siamo al sesto giorno di una guerra assurda e disumana, ringraziamo gli italiani che ci stanno vicini e che con messaggi e telefonate chiedono come poterci aiutare. Non possiamo stare in standby, non si può aspettare. Quando mi chiamano dall'Ucraina mi chiedono come solo quando partono i camion con gli aiuti e non capiscono come sia possibile attendere ancora. La gente ha fame, ha sete e dorme nei sotterranei. A Genova siamo pieni di cose raccolte grazie alla generosità di tante persone, ma mancano i camion e non possiamo più aspettare, dobbiamo partire. Mi spiace se qualcuno si offenderà per questa iniziativa privata, ma stanno per arrivare alcuni camion recuperati con le nostre forze, ieri ne è partito uno da Savona, stamattina uno da Genova e altri sono pronti a partire. Non c'è motivo di attendere, le persone hanno bisogno dei nostri aiuti".