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Cronaca

Gruppo Lega Genova su scandalo Uber: "Stralciare articolo 10 Ddl Concorrenza"

Il gruppo Lega in Consiglio comunale ha commentato le recenti notizie sull'influenza che l'azienda Uber avrebbe avuto su diversi governi europei per ottenere una legislazione più favorevole al proprio servizio

Il quotidiano britannico The Guardian, la Bbc, il francese Le Monde e altre testate che fanno parte del consorzio internazionale di giornalismo investigativo hanno pubblicato un'approfondita inchiesta sulle operazioni condotte da Uber, società attiva nel traposto automobilistico privato, per fare pressioni sui governi eruopei e americani per ottenere riforme utili alla diffusione del proprio servizio.

Sulla vicenda è intervenuto anche il gruppo Lega in consiglio comunale che, commentando la vicenda, ha chiesto maggiore trasparenza e garanzia da parte del Governo su eventuali interferenze sul Ddl Concorrenza attualmente in discussione in Parlamento: "Dopo l’inchiesta internazionale del quotidiano britannico Guardian che ha messo in luce metodi a dir poco discutibili da parte di Uber per aggiudicarsi quote di mercato sempre più ampie, e in cui sarebbero coinvolti anche esponenti politici italiani, come Lega chiediamo lo stralcio dell’articolo 10 del ddl Concorrenza".

Dall'inchiesta giornalisticha emerge che dal 2013 al 2017 la società americana con sede a San Francisco, con pratiche ai limiti della legalità, avrebbe messo in campo aggressive campagne di influenza sulla politica per ottenere leggi per la liberalizzazione del settore del trasporto privato. Tra i nomi più grossi dei politici entrati in rapporti con Uber ci sarebbe anche il presidente francese Emmanuel Macron, ma ci sarebbero anche state pressioni su politici italiani.

Per questo la Lega ha specificato che: "Nel testo che fa riferimento per il trasporto pubblico non di linea a “un adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web” e alla “promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze”, temiamo che invece di un ampliamento della scelta, si celi in realtà un modo di mettere nelle mani di multinazionali come Uber un servizio pubblico".  

Nel filone italiano dell'inchiesta 'Uber files' - che ha unito più di 44 testate internazionali tra cui l'Espresso - risulta un 'Italy operation Renzi' che, secondo il settimanale italiano, è il nome in codice di una campagna di pressione organizzata dalla multinazionale, dal 2014 e il 2016, con l'obiettivo di condizionare l'allora presidente del consiglio. Nelle mail dei manager Usa, Matteo Renzi è definito "un entusiastico sostenitore di Uber". Il leader di Italia Viva ha parlato con Rai News sostenendo di non aver mai seguito personalmente le questioni dei taxi e dei trasporti.

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