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Cronaca

Banda di napoletani specializzata nelle truffe agli anziani, nove arresti

Sgominato gruppo criminale di origine campana, operante nella capitale e in altre zone del territorio nazionale compresa Genova. I nove arrestati erano specializzati nelle truffe agli anziani tramite circonvenzione delle vittime

I carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma hanno dato esecuzione nelle prime ore di domenica 11 maggio 2014 a nove misure cautelari e altrettante perquisizioni domiciliari.

Tutti gli arrestati hanno precedenti per reati di analogo tenore, responsabili di associazione per delinquere (art. 416 c.p.), truffa aggravata (art. 640 c.p. ex art. 61 co. 7 c.p.) per aver cagionato alle vittime un danno di rilevante entità,  sostituzione di persona aggravata (art. 494 c.p. ex art. 61 co 2 c.p.) per aver commesso il reato per eseguirne od occultarne un altro, circonvenzione di incapace (art. 643 c.p.) e furto  aggravato in abitazione (art. 624 bis – 625 c.p.).

Nell’operazione sono stati impiegati circa 100 miliari della predetta Sezione di P.G. e  delle Compagnie Carabinieri di Napoli Stella, Caserta, Pozzuoli e Santa Maria Capua Vetere.

I provvedimenti restrittivi scaturiscono da un’indagine particolarmente laboriosa, complessa e articolata, condotta per quasi due anni dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria, ha consentito di acquisire numerosi elementi di responsabilità nei confronti degli indagati, i quali costituivano e partecipavano ad associazione per delinquere finalizzata a un numero indeterminato di reati contro il patrimonio (furti, truffe, circonvenzione di incapace) e contro la fede pubblica (sostituzione di persona) a danni di persone anziane, attraverso la reiterazione seriale di una metodica truffaldina ampiamente collaudata.   

Emerge dalle indagini che i reati ai danni degli anziani sono stati perpetrati nel periodo di tempo che va dal 2012 al 2013 e che le somme di denaro sottratte alle vittime sono pari a 4500-5000 euro a “colpo” portato a termine dal gruppo.

L’organizzazione criminosa estendeva la sua attività criminale in ambito nazionale, quindi non solo nel Lazio - in particolare nelle città di Roma e  Viterbo -, ma anche in Puglia, nella zona di Altamura e in Liguria, nello specifico nella città di Genova, per effetto delle misure cautelari adottate è stata completamente disarticolata.

Il modus operandi del sodalizio criminale si avvaleva di un preciso copione, elaborato e collaudato da pluripregiudicati veterani e di consolidata esperienza, le vittime prescelte erano perlopiù pensionati ultrasessantenni.

Altri caratteri salienti emersi dalle investigazioni, sull’associazione per delinquere ben strutturata e consolidata, sono:

-       il carattere verticistico, stabilmente strutturato ed organizzato e lo svolgimento da parte di ognuno delle proprie mansioni, puntualmente predeterminate ed assegnate dalle figure apicali;

-       la suddivisione in cellule “operative” composte di norma da 2 soli componenti, con specializzazione dei  ruoli;

-       l’uso per comunicare tra di loro, allo scopo di eludere eventuali investigazioni di Polizia a loro carico, di utenze telefoniche intestate a personaggi stranieri di fantasia, sostituite con cadenza mensile, unitamente alle card telefoniche ed agli apparecchi cellulari;

-       il trasferirsi ogni settimana, dal lunedì al venerdì, nelle città prescelte per operare,  utilizzando esclusivamente autovetture con targhe di cui non risultano intestatari;

-       l’ingente valore del fatturato criminoso del gruppo, stimabile oltre un milione di euro l’anno, frutto della incessante reiterazione dell’attività criminosa in varie parti del territorio nazionale.

Come risulta anche evidenziato in alcuni stralci di intercettazioni audio diffuse previa autorizzazione dell’A.G. inquirente, gli indagati dimostravano totale insensibilità e particolare spietatezza e accanimento nei confronti delle anziane vittime, anche quando queste manifestavano visibili precarie condizioni di salute fisica e mentale e, pur di condurre a termine l’attività criminosa, non si facevano scrupolo di usare contro di loro strumenti di odiosa sopraffazione, con vessazioni di carattere psicologico e verbale, fino al conseguimento dell’ingiusto profitto. In tale contesto, nei numerosi casi in cui abusavano dello stato di deficienza psichica e di minorata resistenza dovuta all’avanzato stato di età delle vittime, è stato loro contestato il più grave reato di circonvenzione di incapace, in luogo di quello di truffa.

A prescindere dal ruolo ricoperto, gli stessi lavorano con perfetta intesa e sincronia nella esecuzione delle metodiche standardizzate anzi descritte, caratterizzate come già detto, da particolare ferocia e capacità persecutoria volta ad ottenere una completa soggezione della vittima.

Il figlio dell’organizzatore veniva inoltre contattato in caso di difficoltà dagli altri consociati e si è di mostrato, in una occasione, come il soggetto al quale era demandata l’organizzazione della fuga dei complici, al fine di sfuggire all’arresto da parte delle Forze dell’Ordine.

I proventi dei reati risultano ripartiti secondo precise percentuali, ad esempio al “palo” competeva una percentuale del 20%, che nel corso della vita del sodalizio risaltava poi essere stata ridotta in misura del 17-18%.

A seguito delle perquisizioni domiciliari eseguite, sono stati rinvenuti e sequestrati vari capi di abbigliamento ed accessori utilizzati per la consumazione dei reati, due orologi Rolex e un libretto postale per un valore complessivo di oltre 30 mila euro, ed alcune sim card.

Come evidenziato dalle immagini acquisite, le case degli indagati, che dall’esterno sarebbero potute apparire come comuni abitazioni ubicate nel quartiere Arenaccia di Napoli, una volta varcato l’ingresso degli ampi appartamenti, rivestiti di pavimenti di pregiato marmo, si presentavano come abitazioni caratterizzate da un livello di lusso estremo:  arredi e complementi  sfarzosi, pavimenti, porte, oggettistica, soprammobili, quadri e lampadari, tutti composti di materiali di lusso e pregiati, di  stile composito oscillante tra il Luigi XV per il mobilio e l’high-tech  per l’illuminazione, in un misto di pezzi unici e marchi esibiti in bella vista; tutti elementi che stridono con la condizione, ufficialmente di disoccupati e nullatenenti, rivestita dagli indagati,  inducendo a sospettare siano stati acquistati con denaro di provenienza illecita.

Occorre  precisare che la più grave imputazione di circonvenzione di incapace (art 643 c.p.) , è stata contestata in luogo della truffa in tutti quei casi in cui dagli elementi investigativi raccolti, integrati con l’esito delle consulenze tecniche disposte dal Pubblico Ministero, gli autori abusavano dello stato di deficienza psichica della persona, sfruttando le condizioni di minorata resistenza e vulnerabilità, di volta in volta riconducibili alla accentuata involuzione senile,  alla diminuita capacità critica, alla particolare emotività, al disorientamento e confusione mentale, alla ipoacusia, alla debilitazione fisica ed altro.

Tutti gli arrestati sono stati reclusi presso il carcere di Poggio Reale di Napoli ad eccezione di uno al quale è stata notificata la misura dell’obbligo di firma presso il Comando Carabinieri competente per territorio.

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