Si fingeva indigente e truffava preti: dopo 24 denunce, è finito in carcere
Protagonista della vicenda un 51enne italiano, prelevato dalla polizia dalla sua casa di Sampierdarena e condotto in carcere a Marassi
Finora se l'era cavata collezionando denunce, ma ora per lui si sono spalancate le porte del carcere di Marassi. Stiamo parlando del truffatore seriale dei preti, raggiunto da un'ordinanza di carcerazione emessa dal tribunale ordinario di Ravenna, che recita "fine pena giugno 2025, 3 anni e sette mesi".
Giovedì 4 novembre i poliziotti del commissariato Cornigliano hanno eseguito l'ordine di carcerazione a carico del 51enne italiano, domiciliato in corso Martinetti a Sampierdarena, che dal 1997 ha collezionato ben 24 denunce per altrettante truffe, tutte commesse con lo stesso modus operandi: continue e pressanti richieste di denaro, giustificate da false disgrazie familiari, avanzate a persone anziane, in particolare sacerdoti residenti in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna.
Le vittime venivano convinte a versare denaro su una carta Postepay con le più disparate motivazioni, come il finto racconto del padre deceduto, che prima di morire avrebbe lasciato al sacerdote svariate migliaia di euro ancora vincolati perché il notaio esigeva il pagamento di una parcella per procedere al versamento; oppure lo stato di indigenza causato dalla perdita della casa a seguito della tragedia del ponte Morandi, che lo costringeva a chiedere ospitalità a fantomatici convitti di suore in cambio di svariate centinaia di euro.
In diverse circostanze il 51enne passava al telefono una donna, che, spacciandosi per ecclesiastica, avvallava le sue richieste. La storia della lunga carriera criminale del 51enne si arricchisce così di un nuovo capitolo, ambientato dietro le sbarre.