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Trenitalia: «In Liguria treni più puntuali che in Francia e Germania». Ma i pendolari protestano

In una lettera aperta inviata al governatore Toti, le associazioni liguri chiedono più treni e un miglioramento delle infrastrutture per far uscire la regione «da un vero isolamento»

Più treni, adeguamento delle infrastrutture «che risalgono all’Ottocento» e interventi mirati per fare uscire la Liguria da “un vero e proprio isolamento” che, dall’entrata in vigore del cosiddetto “orario dei treni cadenzato”, ha comportato il taglio di fermate in numerose stazioni sulla tratta regionale senza di fatto velocizzare i collegamenti con le grandi città: queste le richieste dei pendolari liguri e delle associazioni dei consumatori, che in una lettere aperta indirizzata al governatore Giovanni Toti e all’assessore regionale ai trasporti, Gianni Berrino, hanno invocato una serie di interventi mirati per migliorare il trasporto ferroviario.

«Condividiamo la necessità di migliorare i collegamenti della Liguria con Milano e con Roma e uscire dall'isolamento. Non condividiamo invece le soluzioni che si prospettano tra le quali una, sperimentata anche da lei, dove ha personalmente constatato che il tempo di percorrenza Genova-Milano non si può ridurre a meno di 90 minuti già assicurati dai Thello e dai FB. E ora gruppi di pressione, non paghi, ne ripropongono un'altra per il collegamento con Roma dove si paventa il taglio di fermate in stazioni liguri per garantire tempi di percorrenza inferiore alle 4 ore anche passando via Firenze con treni "velocetti" che tali non sono rispetto alle migliori performance già oggi fornite dal serale Genova - Roma», fanno sapere associazioni e comitati dei pendolari, che dati alla mano sottolineando come i tempi di percorrenza per tratte regionali vadano dai 46 minuti per Cogoleto-Brignole ai 137 necessari per percorrere i chilometri tra Sarzana e il capoluogo ligure, passando per l’ora e un quarto per Lavagna-Principe.

«La Rete dei Pendolari Liguri contrasterà l’immissione in linea di treni velocetti (per Milano, Roma o qualsiasi altra destinazione) che minaccino la precaria mobilità di migliaia di cittadini liguri. Per tali ragioni chiediamo che nessuna traccia dell’attuale offerta di IC o di Frecciabianca venga modificata senza una preventiva consultazione della Rete dei Pendolari Liguri», proseguono le associazioni, aggiungendo tra le richieste anche che «nessun IC o FB che viaggia fra le 5 e le 9 del mattino o fra le 17 e 20 del pomeriggio sia essere sacrificato ad una politica di taglio di fermate, che nessun treno “velocetto” circoli in orari di punta pendolare», e che la Regione si impegni a chiedere al governo l’apertura di cantieri su tutta le rete regionale per «togliere la nostra regione dall’isolamento. Migliaia di pendolari liguri sono preoccupati - è la conclusione della lettera aperta - e pronti a esprimere palesemente il loro dissenso se solo una fermata di IC o FB fosse modificata senza una preventiva consultazione e assenso».

E mentre fra i pendolari liguri, scesi sul piede di guerra sin dallo scorso dicembre dopo la rivoluzione degli orari, infuria la polemica, Trenitalia ha diffuso un bilancio del primo bimestre dell’anno in Liguria sottolineando un aumento della puntualità e una diminuzione delle cancellazioni soprattutto nelle fasce orarie più frequentate dai pendolari: nella fascia 6-10 il 92,6% dei treni è arrivato a destinazione entro i 5 minuti dall’orario previsto (nel 2015 era il 92,4% e nel 2014 l’81,6%), mentre nella fascia pomeridiana 16-20 la puntualità è stata del 90,1%, in linea con i valori del 2015 e superiore di 10 punti percentuali quelli del 2014. Un netto miglioramento del servizio, continua l’azienda, che rende le ferrovie italiane più efficienti dal punto di vista della puntualità rispetto a quelle francesi (che hanno totalizzato una puntualità del 91,2%), quelle britanniche (90-91) e persino quelle tedesche: «Prendendo a esempio l’andamento in un Land fra i più importanti del paese, come la Baviera, la puntualità media realizzata in tutto il 2015 dai quattro operatori attivi mostra valori compresi fra 87,3% e 91,3%».

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