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Cronaca Granarolo / Via Bartolomeo Bianco

Terra di Nessuno, dopo lo sgombero la protesta: corteo in centro

Gli attivisti dopo essersi dati appuntamento sabato 9 ottobre alle ore 16 presso il laboratorio sociale Buridda sono partiti in corteo da piazza Manin in direzione piazza De Ferrari

Dopo essersi dati appuntamento sabato 9 ottobre alle ore 16 presso il laboratorio sociale Buridda gli attivisti del centro sociale Terra di Nessuno sono partiti in corteo da piazza Manin poco prima delle 18 e sono diretti verso piazza De Ferrari, transitando da via Assarotti e piazza Corvetto. La manifestazione arriva il giorno successivo allo sgombero effettuato dalla polizia locale dello spazio occupato dal 1997 in via Bartolomeo Bianco al Lagaccio.

Lo sgombero in atto al centro sociale

Il centro sociale, in un volantino, ha scritto: "Dopo 25 anni di storia questo sgombero arriva come uno schiaffo in faccia, anche se non inaspettato. Ci piacerebbe sapere da domani cosa succederà nel nostro spazio, tra quelle mura saldate, di fianco ai mobili e ai sanitari che avete spaccato. Chi entrerà nella Terra di Nessuno? Cosa ne saprà delle storie che l'hanno fatta diventare quello che è? Ma in fondo sappiamo cosa succederà, le quattro mura del Tdn resteranno vuote, magari per anni, ad accumulare polvere. E allora voi penserete di avere vinto, spingendo un altro spazio nel dimenticatoio, riportando il vostro tanto agognato ordine. Ma noi non dimenticheremo, non ne siamo in grado e abbiamo il brutto vizio di notare le contraddizioni. Ci sgomberate dandoci dei violenti, ma siete i primi a inneggiare a dittatura e repressione, ci accusate di coltivare marijuana e in casa vostra lo stesso che vi ha fatto ballare come burattini preparava litri di droga nella sua cantina. Ci accusate di portare degrado e servite gli stessi a cui non importa se cadono i ponti, l'importante è scegliere quelli giusti su cui fare profitto".

"Quanti di voi - scrivono ancora gli attivisti del Tdn - da dietro le vostre scrivanie o da sopra le vostre comode poltrone di casa, dalle quali giudicate e additate tutti i diversi, possono dire di avere vissuto esperienze come quelle che catalizzava il Terra di Nessuno? Noi lo sappiamo quanta fatica, lacrime e sorrisi siano necessari per amare un centro sociale e abbiamo imparato in momenti come questo, con dolore, quanto questo amore non si limiti alle mura e ai confini di uno spazio; che la nostra rabbia non è solo la nostra, ma la somma di tutte le lotte che ci hanno forgiato e che ancora ci spingono a guardare al futuro. Grazie a questo amore e a queste storie possiamo prometere fin da ora che la Terra di Nessuno non sparirà nel dimenticatoio, ma farà risuonare la sua storia di piazza in piazza, di strada in strada, animata da tutte le voci che la compongono, mille soffi di vento che diventeranno tempesta".

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