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Cronaca

Roberta, la campionessa della Municipale che ha salvato una donna dal suicidio

Vincitrice di due medaglie d'oro nella scherma alle Universiadi, è stata lei a notare una 54enne in bilico su un cornicione e a convincerla a scendere

«Come mi sento ora? Contenta, soddisfatta per come sono andate le cose. Ma appena è finito tutto ho solo sentito un grande sollievo per essere riuscita a evitare il peggio». A parlare, sorridendo sotto i corti capelli biondi, è Roberta Canevelli, 52 anni, l’agente della Polizia Municipale che lo scorso venerdì pomeriggio è stata fondamentale per impedire a una donna di 54 di portare a termine il proposito suicida e gettarsi dal balcone all’ultimo piano di un palazzo di corso Italia. 

È stata lei, infatti, ad accorgersi per prima della figura che si sporgeva pericolosamente dal cornicione di pochi centimetri, ed è stata lei a trascorrere sotto il sole cocente di agosto oltre un’ora e mezza fatta di trattative, suppliche, promesse, rassicurazioni e, alla fine, di ultimatum: «Era più o meno mezzogiorno, e con un collega avevamo fermato un motociclista per un normale controllo - ricorda la Canevelli - Io sono rimasta accanto all’auto in supporto quando ho notato una persona su un terrazzo. Inizialmente ho pensato stesse prendendo il sole, ma mi sono comunque avvicinata e ho notato che si trattava di una donna in bilico sul cornicione». 

Cronaca di due ore di paura

L'agente non ci ha pensato un attimo: prima le ha intimato di scendere, poi, vedendola decisa, è corsa a cercare il palazzo seguita dal motociclista fermato e da un poliziotto in borghese che stava passando per caso da corso Italia e ha notato la scena. In pochi minuti sono arrivati al cancello del condominio, lo hanno scavalcato e si sono attaccati ai citofoni: «Non c’erano nomi né numeri, abbiamo dovuto tentarli tutti. Alla fine siamo arrivati davanti alla porta dell’appartamento e abbiamo provato a suonare, ma non ci apriva nessuno - racconta la 52enne - Dopo diversi tentativi di forzare la porta, all’interno abbiamo sentito una voce che ci chiedeva di aspettare, che avrebbe aperto. Ci siamo trovati davanti una donna molto anziana, circa 80 anni, e il marito, che ci guardavano spaesati.

Nel giro di pochi minuti la Canevelli è riuscita a ricostruire cosa stava succedendo: nell’appartamento vive la coppia di anziani coniugi accudita da Anna, 54enne russa che da anni lavora per loro come badante. È lei a essere uscita sul terrazzo, ad avere scavalcato il muretto di protezione e a essersi posizionata sul cornicione minacciando di lanciarsi nel vuoto: «Sono uscita subito sul terrazzo e ho iniziato a parlarle. Inizialmente era molto spaventata, agitata, non si fidava e non voleva parlarmi. Ma sono riuscita piano piano a instaurare quantomeno una conversazione, a prendere tempo». 

Minuti eterni in cui Roberta, un passato da schermitrice (ha vinto due medaglie d’oro alle Universiadi di Kobe, nel 1985, e di Zagabria, nel 1987, e ancora oggi ricorre al fioretto per scaricare la tensione) e un sangue freddo guadagnato in oltre 10 anni di servizio nella Municipale e innumerevoli interventi di questo genere, non ha potuto staccare un attimo gli occhi dalla donna: «Se smettevamo di parlare per qualche secondo tornava a sporgersi. Mi resterà sempre impresso il fatto che non portava scarpe, solo calzini, e che avevo il terrore che scivolasse, le punte sporgevano dal cornicione». 

Il salvataggio

L’agente della Municipale le ha provate tutte per convincere Anna a tornare sul terrazzo al sicuro: affiancata dai poliziotti intervenuti e dai Vigili del Fuoco, ha chiesto più volte alla 54enne i motivi che l’avevano spinta a salire sul cornicione, tentando di rassicurarla e arrivando persino a fingere una telefonata con il figlio della donna, residente in Russia: «Era terrorizzata perché convinta da un conoscente che le forze dell’ordine avrebbero potuto arrestarla per i gioielli che portava, oggetti di valore che secondo quest’uomo avrebbero potuto metterla nei guai. Poco le importava di avere le ricevute, o di non avere fatto nulla di male -  racconta ancora la Canevelli - Era evidentemente agitatissima, instabile. Allora ho preso il telefono e le ho detto di darmi il numero del figlio. Inizialmente non riuscivo a prendere la linea, ma ho comunque finto di cambiare con lui qualche parola, chiedendo poi ad Anna di avvicinarsi per prendere il telefono. Alla fine, miracolosamente, prima di darle un telefono muto il ragazzo ha risposto, e lei è riuscita a parlare con il figlio».

Neppure questo è però servito a farla scendere dal cornicione, e Roberta ha alla fine dovuto darle un ultimatum e strapparle una promessa: «Ha chiesto di parlare con l’ex marito. Le ho detto che a prescindere dalla risposta o meno dell’uomo avrebbe dovuto tornare sul terrazzo, le ho chiesto di darmi la sua parola di russa. E lei ha accettato: la telefonata non è andata a buon fine, ma Anna si è convinta a tornare al sicuro».

La promessa

Una volta sul terrazzo, le due donne si sono strette in un abbraccio liberatorio, tra lacrime di gioia e sollievo: «Ero davvero contenta, ma l’adrenalina iniziava a calare e sapevo che Anna avrebbe dovuto affrontare la trafila relativa al trasporto in ospedale - sorride la Canevelli - Abbiamo fatto il viaggio in ambulanza insieme, l’ho preparata e rassicurata su quanto stava accadendo, e alla fine ha accettato di sottoporsi alla visita e alle cure. Era sollevata, contenta, e ha insistito per avere il mio numero di telefono e ripagarmi di tutto. Ho deciso di darglielo, anche se non lo faccio mai».

La brutta avventura, che ha fruttato all'agente il ringraziamento ufficiale da parte dell'assessore comunale alla Legalità, Stefano Garassino, si è chiusa quindi con un’altra promessa: «Mi ha detto che appena uscirà dall’ospedale mi offrirà un aperitivo. Ho intuito la sua solitudine, il suo bisogno di parlare e raccontarsi, e ho accettato. Vorrà dire che mi farò offrire un cocktail». Nel frattempo continua a tirare di scherma: in forze alla Cesare Pompilio di Genova, oggi gareggia nella categoria Master, e lo scorso giugno ha vinto la medaglia d'argento nel fioretto ai campionati italiani di scherma. Con la stessa determinazione e lo stesso coraggio che venerdì l'hanno aiutata a salvare una vita.

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