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Cronaca Sampierdarena / Via di Francia

Telefonate dal fisso sul cellulare per ricaricarlo, bufera in Comune

Una quarantina di persone fra dipendenti comunali e personale in servizio negli uffici di Tursi è indagata con accuse che vanno dal peculato al furto per aver effettuato telefonate dal fisso su cellulari personali al fine di ricaricarli

Quante volte preferiamo recarci in un ufficio comunale piuttosto che cercare di ricevere informazioni al telefono? E non solo per i vari «resti gentilmente in linea, le passo subito il collega che si occupa di questo». Ma anche perché prendere la linea non è sempre così facile.

I telefoni del Matitone, di Palazzo Tursi e di altri uffici riconducibili al Comune, secondo quanto ipotizza la procura di Genova, erano sovente occupati perché una quarantina di persone, fra dipendenti e frequentatori occasionali degli uffici, come addetti alle pulizie, chiamavano i propri cellulari o quelli di parenti per autoricaricarsi.

Le accuse per gli indagati vanno dal peculato al semplice furto. Nel primo caso, i dipendenti comunali rischiano fino al licenziamento. L'inchiesta della polizia giudiziaria della polizia municipale ha preso il via da una lunga serie (951 per la precisione) di chiamate effettuate verso Cuba.

È stato così che esaminando i tabulati telefonici sono emerse conversazioni, in alcuni casi addirittura superiori alle 24 ore. Inizialmente gli accertamenti si sono concentrati sul biennio agosto 2010-agosto 2012. Poi le indagini sono state estese anche al 2013.

In totale, al momento, sono 2.500 le ore di telefonate sospette. Contestualizzando la vicenda ci si rende conto anche delle dimensioni piuttosto contenute della stessa, considerando che il Comune sfiora i 5.800 dipendenti. Tuttavia la giustificazione di alcuni dei convocati in procura («ma il Comune non ha una tariffa a forfait?») non sembra proprio sufficiente per chiudere la vicenda.

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