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Cronaca Cogoleto

Stoppani: uno studio analizza la mortalità nell'area

C'è anche l'area della Stoppani, a cavallo fra Arenzano e Cogoleto, fra i siti presi in esame dal progetto Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento)

C'è anche l'area della Stoppani, a cavallo fra Arenzano e Cogoleto, fra i siti presi in esame dal progetto Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento). Lo studio si occupa dell’analisi della mortalità delle popolazioni residenti in prossimità di una serie di grandi centri industriali attivi o dismessi, o di aree oggetto di smaltimento di rifiuti industriali e/o pericolosi, che presentano un quadro di contaminazione ambientale e di rischio sanitario tale da avere determinato il riconoscimento di «siti di interesse nazionale per le bonifiche» (SIN).

La mortalità è stata studiata per ogni sito, nel periodo 1995-2002. La popolazione sotto esame per quel che riguarda la Stoppani ammonta a 20 526 abitanti al censimento del 2001. Il Decreto di perimetrazione del SIN elenca la presenza di un impianto per la produzione del bicromato di sodio e di una discarica.

Risultati di SENTIERI
I risultati di SENTIERI per il complesso delle principali cause di morte mostrano una mortalità osservata simile a quella attesa tra gli uomini, mentre nella popolazione femminile indicano un eccesso per tutte le cause e per le malattie dell’apparato genitourinario. Per le cause di morte per le quali vi è a priori un’evidenza Sufficiente o Limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali del SIN si osserva un eccesso di rischio (basato su 6 casi) nelle donne, per l’asma.

Precedenti studi
Uno studio recente effettuato dal CNR e da ARPA Liguria ha analizzato i sedimenti marini evidenziando alte concentrazioni di metalli pesanti, come cromo esavalente e nichel e, in minore quantità, di argento, mercurio, piombo, rame e zinco.

Considerazioni conclusive
Nel SIN si osserva un eccesso di asma tra le donne, mentre nessun caso è osservato negli uomini: questa assenza di coerenza tra i due generi rende poco plausibile un ruolo ambientale sia dell’esposizione ad agenti chimici osservati nel SIN sia dell’inquinamento atmosferico. Recentemente è stata sottolineata la pericolosità per l’apparato genitourinario di metalli pesanti quali piombo, cadmio, mercurio, cromo, alcuni dei quali rintracciati nelle matrici ambientali del SIN. L’eccesso per malattie genitourinarie osservato in SENTIERI tra le donne e la mancanza di tale eccesso negli uomini rende meno plausibile un’associazione tra esposizione ambientale a metalli pesanti e questa patologia.

In conclusione, il profilo di mortalità nel SIN, nonostante una documentata contaminazione ambientale, con elevati valori di cromo esavalente e nichel, non mostra un profilo di mortalità distante dall’atteso. L’ipotesi di eventuali esposizioni ambientali nocive non è supportata da eccessi di rischio osservati in entrambi i generi.


Si ritiene importante condurre uno studio di biomonitoraggio umano per valutare le vie di esposizione a metalli pesanti. Inoltre, uno studio occupazionale contribuirebbe a chiarire se eccessi di mortalità di tipo tumorale sono presenti nei soli lavoratori della Cogoleto-Stoppani, a fronte di valori delle stime di rischio che non mostrano eccessi, ma che possono essere diluiti nella popolazione dell’intero SIN.

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