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Cronaca Cogoleto

I veleni della Stoppani e una bonifica mai conclusa

Legambiente ha presentato il dossier 'Bonifiche dei siti inquinati: chimera o realtà?' in cui è esaminato anche il caso della Stoppani di Cogoleto

Legambiente ha presentato il dossier 'Bonifiche dei siti inquinati: chimera o realtà?' in cui è esaminato anche il caso della Stoppani di Cogoleto. L'azienda chimica - si legge nel resoconto - per decenni ha inquinato di cromo esavalente (noto cancerogeno) e altri veleni terreni, falde, torrente Lerone e un tratto di costa del mar Ligure. Dopo anni e anni di temporeggiamenti si è arrivati al commissariamento dell’azienda (poi fallita) per le reiterate inadempienze agli obblighi di bonifica.

Nel gennaio del 2014 è stato pubblicato un bando per l’affidamento dei lavori per il proseguimento della messa in sicurezza della discarica Molinetto e per l’ormai improrogabile demolizione degli impianti contenente cromo, oramai fatiscenti, ancora presenti all’interno dell’area. L’importo di oltre 3 milioni di euro vede l’impegno delle risorse sia del Governo nazionale che della Regione Liguria e dovrebbe finalmente segnare l’avvio di un nuovo impulso verso il completamento della bonifica.

COGOLETO
Breve introduzione e descrizione dell’insediamento

L’area di proprietà della Luigi Stoppani SpA (successivamente diventata Immobiliare Val Lerone SpA) si estende nei territori di Cogoleto e Arenzano. Con Decreto Ministeriale n. 468/2001 l’area è stata inserita tra i siti di interesse nazionale da bonificare e successivamente, nel luglio del 2002, si è provveduto a perimetrare l’area del sito che comprende circa 49 ha a terra e 168 ha a mare.

L’area a terra comprende lo stabilimento della Stoppani, ricadente nel comune di Cogoleto, e fin dagli anni ’40 l’industria chimica ha prodotto bicromato e altri derivati del cloro. Le lavorazioni necessarie prevedevano la cottura in forno della cromite, utilizzando inizialmente l’unico forno denominato forno piatto (rimasto in funzione fino agli anni’80) e successivamente anche un nuovo forno a suola rotante, entrato in esercizio nel 1958. Con l’installazione di altri due forni (denominati 62 e 70) e la costruzione di un nuovo stabilimento si arriva alla configurazione attuale del sito.

Le aree di stoccaggio materiale e le infrastrutture di servizio all’impianto principale ricadono invece nel comune di Arenzano: per necessità logistiche della lavorazione degli impianti venne deviato l’alveo del torrente Lerone (su cui poggia lo stabilimento) e, per collegare le due aree, venne realizzato un ponte sopra il nuovo tratto del torrente stesso. Le attività, cominciate dai primi del novecento, sono proseguite anche se in maniera discontinua, fino al 2003.

Le criticità ambientali presenti sul sito derivano dalla gestione dei residui delle lavorazioni, le terre esauste (materiali contenenti quantitativi di cromo esavalente maggiori ai 100 ppm.) che vennero accumulate in grandi quantità nell’area di Pian Masino e nell’area ex cava Molinetto. Contaminazione confermata anche per le falde dai risultati delle analisi e dai controlli che l’Arpa Liguria e la Provincia di Genova hanno effettuato sul sito e nelle aree circostanti. Sono state riscontrate nelle acque di falda concentrazioni di cromo esavalente 64 mila volte superiore ai limiti stabiliti per le acque sotterranee in siti da bonificare.

All’esterno della fabbrica le quantità di cromo diminuiscono ma rimangono sempre molto elevate e comunque molto al di fuori dei limiti consentiti dalla normativa vigente. Durante altri controlli le acque di battigia e il litorale sono risultate fortemente interessate da inquinamento da cromo, che è stato ritrovato anche nei mitili e nei pesci. I fanghi delle lavorazioni invece vennero abbandonati sull’arenile antistante lo stabilimento e, cosa ancor più grave, a partire dal 1983 la Stoppani venne autorizzata dalla marina mercantile a sversare circa 70 mila tonnellate all’anno di fanghi contenenti cromo direttamente a mare nell’area che serviva per la costruzione del porto di Voltri. Queste pratiche proseguirono fino al 1986 quando un decreto del Ministro dell’Ambiente vietò lo scarico a mare. Lo sversamento di materiali contaminati avvenne anche attraverso il corso del fiume Lerone, appositamente deviato nei pressi dello stabilimento: le analisi dell’Arpa Liguria eseguite sui campioni di acqua e sedime prelevati nel torrente hanno trovato anche in questo caso, nel corso degli anni, concentrazioni di cromo esavalente nelle nettamente superiori a quelle consentite dalla legge.

Avanzamento dell’istruttoria di bonifica
La bonifica del sito Stoppani inizia, sulla carta, con il programma Envireg. Questo è un programma di bonifica decennale (1991-2001) grazie al quale la fabbrica ha avuto il permesso di riaprire i forni nel 1991, con la motivazione che questi sarebbero stati indispensabili per lo smaltimento delle terre tossiche. La Stoppani in cambio della ripresa delle attività e di un finanziamento di circa 7 miliardi di vecchie lire si impegnava a bonificare il torrente e la falda, a eliminare tutte le terre stoccate provvisoriamente a Pian Masino, a trattare le terre tossiche e a bonificare le spiagge di Cogoleto. Alla data di scadenza del progetto la società risultò completamente inadempiente. Per questo nello stesso anno il sito è stato inserito nel programma nazionale di bonifica.

La caratterizzazione eseguita dall’Arpal per le matrici suoli, falda, acque superficiali, arenili e ambiente costiero, ha riguardato sia le aree pubbliche che private (conferenza di servizi del 2003). Sempre nel corso del 2003, dalle conferenze dei servizi decisorie per la definizione degli interventi, sono stati definiti gli interventi per la messa in sicurezza dell’area con particolari riferimenti alla falda, all’area di Pian Masino e all’area dello stabilimento.

Interventi da realizzare entro la fine dello stesso anno a carico della società. I sopralluoghi avvenuti di seguito da parte degli enti di controllo (ex Apat e Arpa Liguria) hanno dimostrato di fatto l’inadempienza sia rispetto all’efficacia degli interventi sull’abbattimento dell’inquinamento che sulla rimozione dei rifiuti. A marzo 2005 risultavano eseguiti principalmente i seguenti interventi:
- completata la rimozione delle terre inquinate presenti sul sito (l’accordo tra le istituzioni e l’Immobiliare Val Lerone prevedeva la rimozione delle terre entro la fine del 2004).
- 19 mila tonnellate di rifiuti e terre contaminate, di fatto la parte più inquinata con concentrazioni di cromo esavalente superiori ai 100 ppm, è stata spedita in Germania. Altre 63mila tonnellate, quelle con concentrazione di cromo non superiore alle 100 ppm, hanno invece trovato posto nella discarica di Cava Molinetto.
- area di Pian Masino liberata da tutti i rifiuti presenti
- all’interno dello stabilimento risultavano ancora presenti varie zone occupate da rifiuti.

I risultati delle analisi eseguite dopo i primi interventi di messa in sicurezza di emergenza della falda hanno portato a una riduzione delle concentrazioni di cromo non ancora sufficienti. Nel dicembre del 2006 è stato nominato un Commissario Delegato per il superamento dell’emergenza.

Il 14/04/2007 viene dichiarata fallita la società Immobiliare Val Lerone Spa, fino ad allora inadempiente agli obblighi previsti dalla legge sulla realizzazione della bonifica del sito di Cogoleto, e di conseguenza gli interventi sono passati in carico al Commissario delegato.

Con decreto Legge n. 1 del 14 gennaio 2013, viene approvata la “Proroga dello stato di emergenza in ordine alla grave situazione di emergenza determinatasi nello stabilimento Stoppani sito nel comune di Cogoleto in provincia di Genova a novembre 2006” con scadenza il 31 dicembre 2013.

Un aggiornamento delle attività deriva dalla nota del Ministero dell’ambiente del luglio 2013 trasmessa al Comitato No Stoppani (che l’ha resa disponibile sul sito), alla provincia di Genova e ai Comuni di Arenzano e Cogoleto. Il documento riporta le attività svolte dal commissario fino a fine 2012:
- è stato mantenuto in attività il sistema di messa in sicurezza di emergenza (MISE) della falda attraverso la realizzazione di una barriera idraulica costituita da 12 pozzi all’interno dello stabilimento e 13 nell’area Pian Masino Alto (area di stoccaggio materiale). La barriera in funzione continua 24 ore su 24 ha emunto acque nel solo 2012 per un totale di 600.000 metri cubi, derivanti dall’emungimento delle acque di falda e dal dilavamento dei piazzali. L’abbattimento stimato, attuato da questo intervento è di circa 400 kg di Cromo esavalente. Per la bonifica dei suoli sono state eseguite le seguenti attività:
- sono state rimosse 670 t rimosse di “Sali e loro soluzioni contenenti metalli pesanti” dallo stabilimento, 184 t di rifiuti pericolosi, 2.412 t di rifiuti da analizzare e diverse apparecchiature elettriche.
- decontaminazione e demolizione di strutture non contenente amianto che presentavano concentrazione di cromo esavalente maggiore di 100 ppm;
- smaltimento di 1 serbatoio in amianto contente olio pesante, 3 serbatoi e 5 vasche contenenti 5 metri cubi di olio pesante, rimozione di 2 nastri trasportatori e 50 metri quadrati di lastre in cemento amianto (interventi affidati alle ditte aggiudicatarie nel 2008);
- conclusa la decontaminazione Amianto nel maggio 2009;
- demolite le infrastrutture dell'Area Sud dello Stabilimento: edifici A, B, C, D, E, con la produzione di oltre 4mila tonnellate di rifiuti;
- in corso la demolizione dello stabilimento nell’Area Nord;
- è stata certificata la bonifica della porzione di spiaggia interessata dall’inquinamento sia nella frazione di Cogoleto che di Arenzano;
- una nuova linea di trattamento delle acque di falda denominata Eco 1 ha sostituito
l’impianto precedente.

Sempre nella relazione si riporta che, a fine 2012, era stato dato incarico a Sviluppo Italia SpA per la progettazione degli interventi di bonifica dei suoli e delle acque di falda nel luglio 2007, ma il progetto, pur essendo state fatte tutte le indagini preliminari di caratterizzazione e analisi, non era stato ancora approvato. Rimaneva quindi aperta la problematica della bonifica definitiva dei suoli e delle acque di falda.

La provincia di Genova ha emesso per il SIN di Cogoleto Stoppani solo 1 certificato di avvenuta bonifica relativamente alla sola area Arenile di Arenzano, nell’ambito della bonifica del sito Stoppani.

Ora la speranza è che il nuovo bando per l’affidamento dei lavori possa finalmente segnare l’avvio di un nuovo impulso verso il completamento della bonifica.

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