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Cronaca

Il dolore per la morte di Stefano, maratoneta che amava il cinema

Amici e colleghi si stringono intorno alla famiglia del 43enne con la passione per la corsa ritrovato senza vita lo scorso venerdì: sull'accaduto al Procura ha aperto un'inchiesta finalizzata a chiarire le cause della morte

Una tragedia improvvisa che ha gettato nella disperazione un’intera famiglia: amici, colleghi e conoscenti si sono stretti intorno alla mamma e alla sorella di Stefano Leveratto, 44enne con la passione per la corsa ritrovato senza vita nel suo appartamento di Quezzi lo scorso venerdì per cause ancora da chiarire.

La corsa Stefano, impiegato nei cinema di Circuito Genova, l’aveva scoperta qualche anno fa, diventando un vero e proprio appassionato, tanto da decidere di mettersi a dieta per riuscire a partecipare alle amate maratone: con dedizione e forza di volontà era riuscito a perdere 40 kg, osservando con soddisfazione l’ago della bilancia scendere da 140 a 100 kg in quattro anni, sottoponendosi a un rigido regime alimentare e allenandosi ogni giorno.

Ed è proprio il forte dimagrimento ad avere spinto al procura e il pm Luca Scorza Azzarà ad aprire un’inchiesta per cercare di capire se Leveratto sia incappato in qualche integratore che possa avere causato la sua morte. Al momento sono stati disposti gli esami tossicologici per accertare l’eventuale presenza di sostanze nel suo organismo: in quel caso si procederebbe con un’autopsia per fare ulteriore chiarezza, in caso contrario il fascicolo verrebbe archiviato e la causa della morte individuata in un malore. 

I familiari intanto si sono uniti nel dolore, acuito anche dall’impossibilità di organizzare il funerale per rispettare i tempi della Procura. La speranza è che il responso arrivi al più presto per poter dare l’ultimo saluto al sempre sorridente Stefano, che amava allenarsi con gli amici che condividevano la sua passione, e che dopo Firenze, Torino ed Edimbirgo con il pensiero andava già alla prossima maratona da correre, al prossimo nastro da tagliare. 

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