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Cronaca Valbisagno / Piazza Unità d'Italia

Morto dopo aggressione, possibile correlazione

Il motivo dell'aggressione resta da chiarire, ma dai risultati dell'autopsia, di cui è stato incaricato il medico legale Francesco Ventura, potrebbero arrivare elementi utili a ricostruire il caso

Non una rissa per futili motivi, ma una sorta di raid punitivo. È questa l'ipotesi degli inquirenti in merito alla morte di Sergio Faveto, l'ingegnere di 51 anni aggredito il 3 agosto in piazza Unità d'Italia a Molassana e deceduto all'ospedale San Martino il 15 settembre.

Della vicenda si occupano i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Paola Calleri. Inizialmente l'ipotesi di reato era omicidio preterintenzionale, ma ora si indaga per omicidio volontario in quanto potrebbe esserci un legame tra il pestaggio e la successiva morte.

Il motivo dell'aggressione resta da chiarire, ma dai risultati dell'autopsia, di cui è stato incaricato il medico legale Francesco Ventura, potrebbero arrivare elementi utili a ricostruire il caso, a cominciare dalla causa del decesso.

Secondo quanto ricostruito finora, dopo l'aggressione del 3 agosto Faveto aveva chiamato il 112 ma aveva rifiutato il trasporto in ospedale, seppur colpito al petto, con tutti i rischi che questo comporta per una persona cardiopatica. Il 14 agosto si era presentato in ospedale per alcuni dolori al torace. Dopo un paio di giorni di ricovero, era tornato a casa ma il 22 di agosto era tornato al San Martino dove i medici gli avevano riscontrato una embolia polmonare. Le successive cure non hanno sortito l'effetto sperato e il 15 settembre è sopraggiunto il decesso.

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