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Cronaca Cogoleto

Parco del Beigua, i vandali danneggiano ancora segnaletica e strutture

Nuovamente nel mirino dei vandali l'ipotesi della miniera di titanio, ma stavolta finiscono nel "mucchio" anche i militari e gli Alpini

"Nessuna miniera né al Beigua né altrove", "Alpini molestatori via dalle montagne", "E non fate tanta lagna: un po' di vernice è ben poca cosa rispetto alla vostra violenza", "Né militari né miniere: montagne libere e selvagge": queste sono solo alcune delle scritte che sono comparse a imbrattare nuovamente i sentieri del Parco del Beigua. Stando ai simboli disegnati, si tratterebbe di un gesto di matrice anarchica.

I vandali hanno colpito come nell'estate 2021, sporcando la segnaletica e la casetta degli Alpini di Cogoleto, sull'Alta Via dei Monti Liguri, nel tratto che da Pratorotondo porta al rifugio Argentea. Ad accorgeresene, alcuni escursionisti che hanno immortalato le scritte prodotte con spray e pennarelli. Nel mirino, l'ipotesi della miniera per l'estrazione del titanio, i "militari" e poi sono comparsi anche commenti insultanti contro gli alpini.

Le scritte dei vandali nel Parco del Beigua

Non è il primo atto vandalico segnalato domenica 15 maggio: a Quinto sconosciuti hanno distrutto una barca da regata utilizzata dai ragazzi dell'Ads Scalo Quinto.

La reazione del Parco: "Non si può lottare per l'ambiente facendo scempi"

Il personale del Parco del Beigua - peraltro da sempre contrario alla miniera - è intervenuto per cercare di ripristinare i danni.

Ferme e chiare le dichiarazioni del consiglio del Parco: "Non si può lottare per un obiettivo a tutela dell’ambiente e poi fare altrettanti scempi in un parco. Questi soggetti non sono d'aiuto alla causa di impedire la realizzazione della miniera sul Tarinè. Anzi, sono un problema perché, oltre a fare scempi in un luogo meraviglioso, discreditano un mondo che con manifestazioni civili e nelle sedi opportune sta facendo di tutto per preservare questi luoghi unici"

Nel 2021 i primi atti vandalici contro la miniera: "Questi gesti delegittimano la nostra protesta"

Le prime scritte sui cartelli, sempre di matrice anarchica, pazientemente ripulite dal personale del Parco e dagli Alpini, erano comparse nell'estate 2021. Allora i vandali si erano scagliati solamente contro la miniera nel parco del Beigua, ipotesi su cui peraltro si era espresso negativamente anche lo stesso Ente parco. E infatti il dispiacere più grosso, per chi vive quelle montagne, era stato che queste azioni potessero delegittimare la protesta a cui avevano aderito anche sindaci, comunuità locali e associazioni.

Parco del Beigua: la questione della miniera arriva al Ministero della Transizione Ecologica

"Nonostante si condivida la contrarietà al progetto della miniera nel Parco - avevano spiegato dal Geoparco Unesco - tali atti sono atti contro il parco, contro il Beigua, contro le persone che vivono e fanno vivere questo meraviglioso territorio. Con queste persone che hanno fatto atti di vandalismo non abbiamo nulla a che spartire".

A settembre, per dire 'no' alla miniera ma anche per dare inevitabilmente una risposta agli atti vandalici, era stata organizzata una "camminata pacifica" sui sentieri del parco, proprio per sottolineare che è possibile far sentire la propria voce senza danneggiare l'ambiente. Alla marcia avevano partecipato oltre 300 persone.

La questione della miniera

L'argomento era tornato alla ribalta all'arrivo di un decreto, nei primi mesi del 2021, con il quale la Regione Liguria concedeva per tre anni alla Cet (Compagnia Europea per il Titanio) il permesso di ricerca - seppur fuori dall'area del geoparco Unesco, ma ai margini - per il titanio. Tutto ebbe inizio negli anni '70 quando venne certificata la presenza di rutilio in roccia e rilasciata la prima concesisone mineraria nell'area del monte Tarinè, oggi compreso nel Parco del Beigua: non un semplice giacimento ma un "tesoro" che secondo le stime conterrebbe il 30% delle riserve mondiali di titanio, per un valore che potrebbe aggirarsi tra i 20 e i 30 miliardi di euro.

Beigua, 300 persone in marcia per dire 'no' alla miniera

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