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Cronaca

Alluvioni, al via i lavori per lo scolmatore del Fereggiano: pronto nel 2018

Il Comune ha dato il via libera alla Pac Spa di Brescia per la costruzione della galleria sotterranea che in caso di piena raccoglierà le acque del fiume, insieme con quelle dei rii Rovare e Noce, scaricandole in mare all'altezza dei Bagni Squash di Corso Italia

Il dado è tratto: il Comune di Genova ha ufficialmente consegnato alla Pac Spa, l’impresa di Brescia che ha vinto la gara di appalto pubblico, i lavori per la realizzazione dello scolmatore del Fereggiano, che stando alle previsioni dovrebbe essere pronto tra 3 anni e un mese, e dunque nella primavera del 2018.

Ad annunciarlo sono stati a margine di una conferenza stampa il sindaco Marco Doria, l’assessore ai Lavori pubblici, Gianni Crivello, i rappresentanti della Pac e gli ingegneri che si sono occupati del progetto, che hanno sottolineato l’impegno del Comune nella realizzazione di un’opera che ha richiesto 45 milioni di investimento, 25 stanziati dallo Stato, 15 dalla stessa amministrazione e 5 dalla Regione Liguria. Un progetto ambizioso, che partendo dai 900 metri di galleria già costruita sotto corso Italia negli anni ’90 (e in seguito abbandonata incompiuta) svilupperà un nuovo tunnel in scavo tradizionale che raccoglierà le acque del Fereggiano e dei rii Rovare e Noce, predisponendo anche la messa in sicurezza del Bisagno. La lunghezza totale sarà di 3,7 chilometri, e dallo sbocco a mare tra i Bagni Squash e la Marinetta risalirà sino a via Pinetti e salita Ginestrato, dove verrà costruito il canale d’imbocco, un pozzo verticale di 40 metri che finisce nel sottosuolo. Nel “tragitto”, il tunnel passerà sotto Forte San Giuliano, Villa Cambiaso, e il Monoblocco dell’ospedale San Martino.

La portata totale dello scolmatore sarà di 160 metri cubi al secondo, calcolata sull’afflusso massimo raggiunto dal Fereggiano (111 metri cubi) e da quelli del Rovare e del Noce (26 e 23 metri cubi al secondo), acque che finiranno in mare con uno sbocco interrato e protetto da una scogliera all’altezza dei Bagni Squash, che per il periodo dei lavori verranno “trasferiti” sopra una struttura costruita per nascondere il cantiere e isolarlo acusticamente: «Questo progetto parte dal 2012, poche settimane dopo il nostro insediamento, quando l’allora governo Monti lanciò il Piano per le città, un programma di finanziamenti che finanziava circa 250 milioni di euro - ha dichiarato il sindaco Doria, soddisfatto anche dell’opportunità di poter recuperare la gallerie preesistente, per cui sono stati stanziati venti anni fa “200 miliardi delle vecchi lire” - Alla fine, tra tanti progetti presentati decidemmo di concentrarci su uno solo, quello dello scolmatore del Fereggiano, perché in un’ottica di riqualificazione la sicurezza idrogeologica era fondamentale. Le tempistiche per la costruzione non sono dipese dal Comune, ma dalla necessità di adeguarsi alla burocrazia. Per mettere in sicurezza una città come Genova sono necessari 400 milioni di euro, e nel 2015 la capacità di spesa del Comune è di 105 milioni».

«Realizzare tutte le opere con le sole nostre risorse avrebbe significato non spendere nulla per il resto, ma oggi abbiamo fatto passi avanti non solo con lo scolmatore - ha proseguito Doria - ma anche con altre opere come la ripartenza dei lavori di rifacimento della copertura del tratto terminale del Bisagno, dalla questura a corso Buenos Aires, e la progettazione del terzo lotto, da Corte Lambruschini alla Stazione. A oggi sono state spese somme che nel ciclo amministrativo non erano più state spese dal 1945».

Tre anni e un mese per completare lo scolmatore, dunque, un’impresa che vedrà al lavoro circa 150 operai impiegati 24 ore su 24, inizialmente da 4 a 6 giorni alla settimana per arrivare a un ritmo di 7 giorni a settimana. I materiali scavati, circa 140mila metri cubi di roccia, verranno parzialmente utilizzati per il ripascimento delle spiagge di corso Italia, Vesima e Voltri, mentre il resto verrò impiegato per il riempimento della piattaforma Maersk di Vado Ligure.

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