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Cronaca Di Negro / Via Bersaglieri d'Italia

Sciopero e corteo di Fridays for Future: 'die-in' degli studenti davanti a Tursi

In via Garibaldi, davanti al Comune, i manifestanti si sono lasciati cadere a terra fingendosi morti, per protestare e sensibilizzare le istituzioni

È la giornata dello sciopero globale di Fridays for Future per il clima, con manifestazione organizzata anche a Genova. L'appuntamento era alle 9 in via Bersaglieri d'Italia (vicino all'uscita della metropolitana di Principe) dopodiché il corteo è snodato per le vie del centro. Il percorso ha interessato via Bersaglieri d'Italia, via Andrea Doria, via Balbi, piazza della Nunziata, largo Zecca, via Cairoli, via Garibaldi, piazza Fontane Marose, via XXV Aprile, piazza De Ferrari e infine Matteotti verso le 12,30. 

In via Garibaldi, "die-in" all'altezza di Tursi: davanti all'ingresso del Comune, davanti ai mezzi della polizia, i giovani manifestanti si sono lasciati cadere a terra, fingendosi morti in segno di protesta e per sensibilizzare le istituzioni sul tempo scaduto e sulla necessità di prendere provvedimenti subito per fermare la crisi climatica. Poi, per le 11,20, sono arrivati in piazza De Ferrari, dove l'acqua della fontana è stata colorata di verde (suscitando il rimprovero del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, qui l'articolo con la risposta dei ragazzi), dopodiché in piazza Matteotti.

La formazione ecologista ha avvisato i partecipanti che si tratta di una manifestazione non violenta e apartitica e ha chiesto agli insegnanti di non fissare verifiche o interrogazioni proprio in questa data vista l'importanza della causa, per lasciar partecipare gli studenti.

La manifestazione a Genova

"Da tanto, troppo tempo - annuncia Fridays for Future Genova - i cambiamenti climatici vengono considerati un problema di serie B, spesso sovrastati da problemi 'più importanti', come la lotta al razzismo o alle discriminazioni di genere. Ma non è così. Queste emergenze non sono in competizione, bensì sorelle che si diramano dalla stessa matrice. Il sistema sociale attuale, basato sullo sfruttamento iperliberista di persone e risorse, distrugge gli ecosistemi approfittando delle classi sociali più in difficoltà. Quanti popoli indigeni sono stati cacciati, schiavizzati, trucidati da colonizzatori che volevano sfruttare le materie prime delle loro terre? Quante donne, che rappresentano la maggior parte della forza lavoro in ambito agricolo, non possono più autosostenersi perché i loro campi vengono devastati da siccità e incendi? Quante famiglie in difficoltà economica stanno pagando con la vita le conseguenze del benessere dell'1% più ricco del mondo? La crisi climatica è una crisi sociale, economica, sanitaria, e va affrontata come tale. Pretendiamo un cambiamento sistemico, subito, perché anche se siamo già in ritardo, non è mai troppo tardi per mettere la vita al di sopra del profitto".

Ad aderire alla manifestazione diverse realtà tra cui la Cgil Genova e Liguria: "Scendiamo in piazza per il clima e per chiedere un nuovo modello di sviluppo che salvaguardi l’ambiente. L’inoperosità climatica dei governi è grave e irresponsabile. È necessario costruire un futuro equo, di pace, che rispetti la natura e i diritti di tutti gli esseri umani". A presenziare, anche i consiglieri reigonali della Lista Sansa: "Siamo stufi di sentir parlare di autoproclamate 'svolte green' quando la realtà di chi amministra è un'altra. Il mondo che disegniamo oggi è di chi adesso scende in strada". Insieme ai manifestanti, anche i comitati del ponente contro la fabbrica dei cassoni della diga a Pra'.

Wwf: 6 giovani su 10 bocciano l'operato del governo

Da una ricerca promossa dal Wwf e condotta da Emg Different, diffusa proprio alla vigilia dello sciopero di Fridays for Future emerge che, per quanto riguarda il clima, 6 giovani su 10 bocciano l'operato del governo. I ragazzi sono molto preoccupati dal cambiamento climatico, chiedono al governo che venga fatto di più, e vengano prese decisioni a favore dell’obiettivo 100% rinnovabili.

Circa 6 degli intervistati su 10 dichiarano che il cambiamento climatico ha un impatto sulla propria vita (58% molto o abbastanza) e il 56% si dice impegnato in azioni quotidiane per affrontare la crisi climatica. Circa 8 giovani su 10 (77%) si dichiarano molto o abbastanza preoccupati dal cambiamento climatico. Per questa ragione più della metà del campione s’impegna a fare scelte di consumo più sostenibili e il 44% si aspetta subito interventi dalle istituzioni.  

Per i giovani italiani anche le aziende non fanno abbastanza per affrontare la crisi climatica. Il 61% degli intervistati, infatti, ritiene che stiano alimentando il fenomeno mentre il 39% ritiene che stiano realmente contribuendo a trovare soluzioni. 

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