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Cronaca

Nuovo sciopero generale con manifestazione: "Finanziaria del governo Meloni iniqua e ingiusta"

Indetto da Cgil e Uil per la giornata di venerdì 16 dicembre: " Una Legge di Bilancio sbagliata, non tiene conto dei bisogni di lavoratori e pensionati e non risponde alle esigenze del Paese"

Cgil e Uil Liguria hanno proclamato uno sciopero generale regionale di otto ore, con manifestazione, per la giornata di venerdì 16 dicembre 2022. "Contro una Legge di Bilancio sbagliata - scrivono i sindacati in una nota -. La Finanziaria del governo Meloni è iniqua e ingiusta, non tiene conto dei bisogni di lavoratori e pensionati e non risponde alle esigenze del Paese".

Lo sciopero di 8 ore in Liguria è esteso a 24 ore nel trasporto pubblico locale e per porti e logistica; i marittimi effettueranno 4 ore di ritardo partenza nave e 12 ore i rimorchiatori fatti salvi i servizi essenziali. Sono fatti salvi i minimi garantiti nei servizi pubblici e le fasce di garanzia per i trasporti.

Treni a rischio dalle ore 9 alle ore 17. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, il trasporto disabili viene comunque garantito intera prestazione ordinaria al 100%.

Orari e modalità sciopero 16 dicembre 2022

  • Amt, Gelosobus, Stac, Della Penna, Autonoleggio Scagnelli da inizio servizio alle ore 5.30; dalle ore 9.30 alle ore 17; dalle ore 21 a fine servizio.
  • Ferrovia Genova Casella da inizio servizio alle 6.30; dalle ore 9.30 alle 17.30; dalle ore 20.30 a fine servizio.
  • Amt extraurbano da inizio servizio alle ore 6; dalle ore 9 alle 17; dalle ore 20 a fine servizio.
  • TDC (Torriglia) da inizio servizio alle 6: dalle ore 9 alle 17; dalle ore 20 a fine servizio.

Venerdì 16 dicembre 2022 l'appuntamento per la manifestazione regionale è fissato per le ore 9 dalla stazione Principe di Genova da dove muoverà il corteo per le vie del centro per arrivare davanti alla prefettura per il comizio conclusivo. Sono previsti pullman dalle province liguri.

Le ragioni della protesta

Sono diversi i punti sui quali Cgil e Uil chiedono risorse ed interventi strutturali: salari, reddito, fisco, precarietà, pensioni, sanità. "In un colpo solo - scrivono - il governo danneggia chi è prossimo alla pensione e chi, oggi giovane, ci andrà in futuro. Quota 103 non supera la Legge Fornero, non vengono riconosciute le differenze di genere, anzi, si peggiora l’opzione donna, niente è pensato per chi in futuro in pensione ci dovrà andare. A chi oggi è in pensione si taglia la rivalutazione vanificando così i prossimi aumenti, mentre chi sta lavorando vede allontanarsi i rinnovi contrattuali a partire dai pubblici dipendenti; per i lavoratori si era chiesto di aumentare la decontribuzione dal 2 al 5% recuperando così almeno una mensilità e di detassare gli aumenti previsti con i contratti nazionali".

Sindacati che poi rincarano la dose: "Invece di migliorare le condizioni di lavoratori e pensionati, da un lato il governo dimentica che nel Paese ci sono più di 5 milioni di poveri e si accanisce sul reddito di cittadinanza, dall’altro non combatte l’evasione fiscale ma la agevola consentendo di spendere sino a 5 mila euro in contanti e di rifiutare i pagamenti con il pos sino a 60 euro; aumenta la precarietà reintroducendo i voucher e si limita a tassare solo al 35% gli extraprofitti, mentre i salari e le pensioni continuano a essere tassati più delle rendite finanziarie. Sulle tasse si decide di prelevarle dai soliti noti, lavoratori e pensionati - peraltro a livello fiscale tra i più tartassati d’Europa - mentre ai lavoratori autonomi si concede una tassa unica del 15% per redditi sino a 85 mila euro. In tutto questo mancano le risorse da dedicare alla sanità per le stabilizzazioni, per le nuove assunzioni per coprire gli enormi buchi di organico e per le nuove strutture che nasceranno grazie ai contributi europei del Pnrr".

"Il clima che ci lascia la manovra di bilancio del governo impone ai sindacati una presa di posizione forte: nessuna politica per il lavoro, nessuna misura a contrasto del caro energia, nessun aggiustamento del sistema pensionistico, condoni per i più ricchi e totale noncuranza verso i più bisognosi, - commentano Maurizio Calà e Mario Ghini, segretari generali di Cgil e Uil Liguria - anche nella nostra regione manca attenzione ai temi socio sanitari per una reale presa in carico dei bisogni delle persone che vivono i territori, l'industria sta morendo, il sociale sembra essere sparito dai radar. Abbiamo atteso risposte dalla politica che non sono mai arrivate: è tempo di mobilitarsi".

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