Scarpino, posata la prima pietra per l'impianto trattamento meccanico biologico
Nella primavera del 2022 si prevede l’entrata in funzione dell’impianto, che permetterà di convogliare la maggior parte dell’attività di trattamento del rifiuto del bacino del genovesato presso un unico polo impiantistico
Mercoledì 10 marzo 2021 è stata posata la prima pietra dell'impianto Tmb (trattamento meccanico biologico) all'interno del polo impiantistico di Genova Scarpino. L'impianto avrà una potenzialità di trattamento pari a 110mila tonnellate/anno di rifiuti urbani e consentirà, partendo da rifiuti indifferenziati, di valorizzare i materiali recuperabili (selezionando e separando metalli, carta e cartone, contenitori in Pet e Hdpe, tetrapak e Pvc), produrre Css e Css combustibile, stabilizzare e raffinare la restante frazione in vista del conferimento in discarica e dei recuperi ambientali della stessa.
Il nuovo complesso impiantistico impiegherà nella fase di realizzazione circa 100 uomini/giorno. I lavori di profilatura e livellamento dell’area dove sorgerà l’impianto sono stati realizzati da personale Amiu da aprile 2020. Interventi che hanno visto in azione sia il personale operativo, con un impiego medio giornaliero di 12 addetti, sia per le attività tecniche e infine per le attività relative al collaudo, al responsabile unico del procedimento e al responsabile dei lavori, ruolo che sarà mantenuto anche per le attività tecniche successive.
I lavori propedeutici alla costruzione dell’impianto hanno visto la movimentazione di 250mila metri cubi di terra e rifiuti in modo da realizzare un fondo idoneo al nuovo cantiere, che avrà l’ampiezza di 35mila metri quadri e sarà integrato da opere di sostegno alla viabilità interna con la realizzazione di muri di contenimento (tipo 'berlinese' ovvero con palificazioni) e di altre pareti di contenimento che sostengano la differenza di quota, circa 6 metri, tra l’edificio che ospiterà il Trattamento Biologico (Tb) e quello destinato al Trattamento Meccanico (Tm).
Sottolinea Marco Bucci, Sindaco di Genova:
«Questa giornata ha un duplice significato: è un punto di arrivo e allo stesso tempo di partenza. Di arrivo perché AMIU in questi anni ha lavorato per restituire alla città una discarica sostenibile e che rispetti i più alti standard dal punto di vista legislativo, strutturale, organizzativo e ambientale. Ora la realizzazione di questo impianto segna l’inizio di un percorso virtuoso che deve avere come scopo quello di responsabilizzare ancora di più i cittadini, le imprese e le istituzioni. Negli anni la nostra giunta, la nostra città e i genovesi hanno dovuto affrontare momenti difficili e che ci hanno messo a dura prova. Trovare un percorso risolutivo al problema del trattamento dei rifiuti, vuol dire aver trovato una strada che si può trasformare in una vera opportunità per tutto il territorio, e questa strada è: l’economia circolare».
I rifiuti in ingresso passeranno attraverso una prima fase di vagliatura e di cernita manuale per il recupero di carta e plastica. Una successiva fase di vagliatura separerà la frazione secca da quella umida, inviando la frazione umida ad un trattamento aerobico, e quella secca alla bioessicazione, eseguiti all’interno di biocelle dodate di sistemi ad areazione forzata.
Seguiranno poi a queste fasi ulteriori processi di vagliatura che, attraverso una serie di separatori (balistico, magnetico, ottici) avranno lo scopo di recuperare carta, plastica e metalli (ferrosi e non). Tutti i materiali recuperati saranno poi avviati ad impianti di recupero. Il restante materiale, attraverso una ulteriore serie di processi di raffinazione, sarà destinato alla produzione di Css combustibile e di materiali utili alla copertura della discarica.
Il processo nel suo complesso consentirà di ridurre dello smaltimento in discarica del rifiuto indifferenziato, recuperando il 15% dei materiali presenti e utilizzando il 31% del rifiuto stesso per la produzione di Css. Nel nuovo complesso impiantistico saranno occupati oltre 20 addetti.
«Uno strumento come questo, che si inserisce nel più ampio piano regionale che prevede un TMB per ognuna delle discariche in Liguria, aumenterà il livello degli impianti presenti nella nostra regione e la qualità dei rifiuti che vengono conferiti in discarica - spiega il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. In questo modo riusciremo ad aumentare la quantità di materiale ancora recuperabile e riutilizzabile, e allo stesso tempo potremo trattare i rifiuti alle condizioni ambientali più idonee. Si tratta di un salto di qualità enorme, che va ad affiancarsi ai grandi passi avanti compiuti sul tema della raccolta differenziata, un ambito di enorme rilevanza e su cui l’attenzione di Regione Liguria è alta e costante, su cui abbiamo investito risorse importanti nel corso degli anni, varando inoltre una legge di riforma, appena insediati come Giunta nel 2015, che ci ha permesso di passare dal 38,63% del 2015 al 53,43% del 2019».
Nella primavera del 2022 si prevede l’entrata in funzione dell’impianto, che permetterà di convogliare la maggior parte dell’attività di trattamento del rifiuto del bacino del genovesato presso un unico polo impiantistico, realizzando la chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio.