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Cronaca Sampierdarena / Via Pietro Cristofoli

Sampierdarena, chiude l'asilo. Genitori e insegnanti: "Realtà felice prima della nuova gestione"

Genitori e insegnanti protestano a Sampierdarena per la chiusura dell'asilo L'Albero Generoso di via Cristofoli, gestito nell'ultimo anno scolastico dalla Società dell'Allegria che lo scorso anno aveva raccolto il testimone dai salesiani

Genitori e insegnanti sul piede di guerra a Sampierdarena per la chiusura dell'asilo L'Albero Generoso di via Pietro Cristofoli. A comunicare lo stop delle attività educative i gestori della Società dell'Allegria, impresa sociale che lo scorso anno aveva rilevato la gestione dai salesiani che, a loro volta, avevano comunicato l'anno precedente l'intenzione di chiudere l'asilo per motivi economici. Dopo diverse settimane di incertezza era stato ufficializzato il cambio di gestione, ma 365 giorni dopo la questione torna d'attualità. Al termine dell'anno scolastico 2020/2021, infatti, la Società dell'Allegria ha deciso di gettare la spugna comunicando ai genitori la chiusura e alle tre insegnanti (tutte assunte con contratto indeterminato) l'inizio della cassa integrazione a zero ore. 

Silvia Zampardo, rappresentante di classe e mamma di due bambini di 4 e 6 anni, racconta a Genova Today: "L'asilo era davvero un paradiso per i bambini. Conosco bene la realtà perché il mio primo figlio ha frequentato per tre anni la struttura mentre ora c'è il più piccolo. La scelta di chiudere a noi genitori sembra insensata considerando che prima della pandemia nell'asilo c'erano 62 bambini, cresciuti rispetto ai 30 di qualche anno fa, e che nonostante le problematiche legate al covid e a quelle legate al cambio di gestione, alla riapertura se ne erano iscritti 54, la maggior parte dei quali rimasti proprio per la continuità educativa con le tre insegnanti. Purtroppo le cose non sono andate come speravamo, abbiamo cercato a lungo un confronto con i nuovi gestori e siamo riusciti a ottenerlo solo dopo alcuni mesi di richieste, dal punto di vista organizzativo e pratico le visioni erano davvero diverse e molte famiglie hanno ritirato i bimbi dall'asilo. Io sono rimasta per il rispetto che avevo, e ho, nel lavoro delle tre insegnanti, ma credo che a livello gestionale non ci fossero le necessarie competenze educative. Chiudere una realtà del genere per un quartiere problematico come Sampierdarena è una notizia terribile, trovare un altro asilo con la stessa impostazione educativa e con il metodo Montessori al centro della didattica credo sia quasi impossibile. Sapere di poter contare su un ambiente sicuro e con una determinata impostazione era per noi motivo di grande sicurezza, avrei capito la chiusura della struttura se ci fossero stati solo dieci bimbi, ma i numeri erano importanti per il quartiere".

Sul piede di guerra anche le tre insegnanti che si sono ritrovate senza lavoro. Martina Bellomi racconta ancora a Genova Today: "Questo asilo lo abbiamo tirato su noi negli ultimi cinque anni raddoppiando i numeri delle iscrizioni e cercando di portare avanti le nostre competenze sul piano educativo. Dopo tre anni a tempo determinato a settembre 2019 ero stata assunta a tempo indeterminato, poi è scoppiata la pandemia, ma nonostante i problemi e un primo rischio di chiusura con il disimpegno dei salesiani sul piano gestionale, sono subentrati i nuovi gestori e i numeri sono rimasti importanti: dei 62 bambini dell'anno precedente 54 hanno confermato l'iscrizione anche nello scorso anno scolastico, durante il quale sono però emersi molti problemi legati e una decina di famiglie hanno poi ritirato i propri bimbi dal'asilo, in rotta con i gestori. Oggi, purtroppo, non conosciamo i motivi per cui il nostro contratto di lavoro è terminato, durante l'anno ci sono state divergenze sul piano educativo e abbiamo addirittuta ricevuto alcuni richiami ufficiali, ma noi abbiamo sempre seguito il metodo Montessori, dopo aver seguito anche corsi specifici di formazione, un metodo inizialmente caldeggiato dai nostri datori di lavoro e che, anche secondo i genitori, rappresentava un valore aggiunto per il nostro asilo. Dall'altra parte, secondo me, mancavano invece le competenze sul piano educativo da parte di una società abituata a gestire un oratorio e non una scuola dell'infanzia. Intorno a Natale i rapporti tra noi insegnanti e i nostri superiori si sono incrinati e alla fine abbiamo ricevuto la notizia della chiusura dell'asilo e della cassa integrazione a zero ore da luglio, soluzione che noi reputiamo tra l'altro non corretta perché secondo il nostro contratto sarebbe dovuta scattare a settembre. Secondo noi tutta questa vicenda è una grossa ingiustizia e a rimetterci non siamo solo noi, in primis i bambini e poi le famiglie che vivono nel quartiere di Sampierdarena".

Luisa Civitillo, un'altra delle maestre coinvolte nella vicenda, ha aggiunto: "Purtroppo non sappiamo ancora che fine faremo tra cassa integrazione e licenziamento. In questi cinque anni nella struttura del Don Bosco abbiamo sempre lavorato bene con le nostre competenze e i nostri metodi educativi, le iscrizioni sono quasi raddoppiate in questo arco di tempo: siamo arrivati ad avere 62 bambini, poi scesi a 54 a inizio anno scolastico dopo la pandemia e addirittura a 44 in seguito agli abbandoni per le tante problematiche emerse con la nuova gestione".

La terza maestra è Francesca Pinna, che conclude con amarezza: "Questa era una scuola davvero in ottima salute, ma con la nuova gestione tante famiglie si sono allontanate, altre hanno invece deciso di proseguire per la fiducia che avevano in noi. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio, ma secondo noi c'erano visioni diverse sul piano educativo e forse anche l'idea di non proseguire era già stata presa a inizio anno. Ci siamo spese tantissimo per questa scuola tra progetti e materiale acquistato anche a nostre spese per fornire il miglior ambiente possibile ai bambini, ora noi ci ritroviamo senza lavoro e le famiglie senza il loro asilo. Negli anni abbiamo lavorato per creare una comunità intorno a questi bimbi e ci siamo riuscite, molte famiglie hanno continuato a frequentarsi anche al di fuori del periodo scolastico e questo per noi è motivo di grande orgoglio in una zona non semplice come quella di Sampierdarena: quando un bambino è inserito in una rete sociale forte sarà poi più protetto anche da grande. Ci sarebbe piaciuto un confronto costruttivo anche sul piano educativo, ma di fatto non c'è mai stato". 

Genova Today ha contattato anche la società di gestione dell'asilo, la Società dell'Allegria, che per voce di Emanuele Soffiotto ha replicato: "L'asilo verrà chiuso. Con molte difficoltà abbiamo terminato un anno molto complicato culminato a gennaio con una petizione dei genitori contro la nostra gestione. Petizione in cui ci veniva chiesto di andare via, consegnata poi ai salesiani che sono proprietari dei locali che avevano in gestione l'asilo fino allo scorso anno. Noi avevamo evitato la chiusura, ma sono emerse molte problematiche e dopo questa presa di posizione da parte dei genitori non abbiamo più avuto lo spirito giusto per andare avanti, abbiamo pensato potesse essere la soluzione migliore per tutti. Abbiamo avuto sulo una richiesta di informazioni che non si è concretizzata per rilevare la nostra licenza, non dimentichiamo però che per un eventuale passaggio di mano servirebbe anche l'accordo con i salesiani per quello che riguarda i locali". 

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