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Cronaca

Comitato contro le sanzioni alla Russia, la Regione ci ripensa

Marcia indietro dei consigli regionali di Liguria, Lombardia e Veneto, che in passato avevano preso decisioni anche sul riconoscimento del diritto di autodeterminazione della Crimea

Il Consiglio regionale, nella seduta pomeridiana di martedì 29 marzo, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, sottoscritto da tutti i gruppi, che impegna la giunta a dare seguito esclusivamente agli impegni contenuti negli ordini del giorno 297, 581, 587 e 589, approvati fra l'aprile 2021 e il primo marzo scorso, e a revocare ogni atto eventualmente ancora in essere che sia conseguente alla mozione n.100 approvata il 29 giugno 2016, durante la X legislatura.

La mozione riguardava la costituzione di un Comitato contro le sanzioni alla Federazione russa sul riconoscimento del diritto di autodeterminazione della Crimea e sulla difesa delle produzioni italiane mentre gli ordini del giorno approvati in questa legislatura riguardavo rispettivamente la liberazione di Navalny, l'aggravarsi della crisi al confine fra Russia e Ucraina e la guerra fra Russia e Ucraina.

"L'approvazione degli Ordini del giorno nei tre Consigli regionali (Liguria, Lombardia e Veneto ndr.) con cui si chiedeva la revoca della mozione del 2016 sull'annessione della Crimea, non lascia più spazio ad ambiguità nei rapporti con la Russia - dichiarano in una nota congiunta i capigruppo consiliari del Partito Democratico di Liguria, Lombardia, e Veneto Luca Garibaldi, Fabio Pizzul e Giacomo Possamai -. Sei anni fa a partire dal Veneto, seguito da Lombardia e Liguria, la Lega e il Centrodestra avevano proposto mozioni e ordini del giorno sull’annessione della Crimea da parte di Mosca e sulle sanzioni alla Russia da parte dell'Unione Europea. Il voto di ieri mette un punto fermo sulle posizioni da tenere con la Russia e con chi prevarica e mette in discussione la pace e la legalità internazionale, calpestando i diritti umani e civili. Vista la situazione attuale, infatti, quelle mozioni erano una macchia e una contraddizione che non potevano essere mantenute".

"Abbiamo chiesto un segnale forte e chiaro e l'abbiamo ottenuto, anche da quella destra da sempre filo Putin - conclude la nota -. In questi sei anni abbiamo visto esponenti leghisti andare in pellegrinaggio in Crimea, mentre il segretario Salvini diceva 'meglio mezzo Putin di Mattarella' e definiva la Russia 'più democratica dell'Unione Europea'. Sono fatti che si commentano da soli. Bene che abbiano deciso di votare i nostri ordini del giorno eliminando ogni contraddizione".

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