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Cronaca

Chiesto rinvio a giudizio per Piciocchi e Giampedrone per il fallimento di Ameglia Servizi

A chiedere il giudizio la procura di La Spezia: il giudice dell'udienza preliminare ha fissato l'udienza per l'8 novembre

È stato chiesto il rinvio a giudizio per l'assessore del Comune di Genova Pietro Piciocchi - ricandidato a questa tornata elettorale - per l'assessore regionale Giacomo Giampedrone e di altre sei persone, indagate nell'ambito dell'inchiesta sul crac dell'Ameglia Servizi Turistici Srl, società in house del Comune di Ameglia incaricata della gestione del porticciolo. In questa società, fino al luglio 2015 Giampedrone è stato sindaco pro-tempore del socio unico (il comune), mentre Piciocchi è stato amministratore senza deleghe da novembre 2014 a maggio 2016. Entrambi sono accusati di bancarotta semplice. A chiedere il giudizio la procura di La Spezia: il giudice dell'udienza preliminare ha fissato l'udienza per l'8 novembre.

Gli indagati sono accusati a vario titolo di aver nascosto "la disastrosa gestione della società, così evitando la messa in liquidazione e ottenendo la riconferma della carica amministrativa". E poi "esponevano nel bilancio di esercizio del 2013 fatti materiali non corrispondenti al vero".

Piciocchi ha raccontato la sua versione dei fatti in un lungo post su Facebook: "Insieme all'allora Sindaco del Comune di Ameglia, Giacomo Giampedrone, appena insediati, commissionammo immediatamente ad un terzo indipendente una verifica sui precedenti bilanci della società. Emersero falsi che denunciammo prontamente. Ebbene, nonostante mi sia adoperato per fare luce sui conti e per ripristinare il rispetto delle regole, oggi la Procura della Spezia, dopo oltre 3 anni dall'avvio delle indagini e a 12 giorni dalle elezioni comunali, mi notifica una richiesta di rinvio a giudizio in cui ipotizza a mio carico un reato di bancarotta semplice (mentre ai precedenti amministratori contesta la bancarotta fraudolenta). Motivo? Quando, a seguito delle nostre verifiche, avevamo rifatto i bilanci ed emerse che il capitale sociale aveva subito una perdita di oltre un terzo, non ho votato immediatamente in Consiglio di Amministrazione per la chiusura della società. Siccome il ritardo nell'adozione degli atti di liquidazione, secondo la prospettazione della Procura, avrebbe aggravato la perdita, cosa che andremo a discutere, ecco che mi contestano, insieme agli altri amministratori, un'ipotesi di bancarotta semplice. Peccato che il Comune di Ameglia avesse deliberato di ricapitalizzare la società per evitarne la chiusura e peccato che l'immediata chiusura della società avrebbe di fatto significato interrompere un pubblico servizio e sopratutto lasciare in mezzo alla strada i lavoratori".

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