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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Via San Donato

Centro storico, i residenti: "Sempre peggio, siamo esasperati"

La situazione 'movida' oggi rimane immutata: dopo la diffida e le mancate risposte del Comune i residenti procedono nel ricorso al Tar Liguria

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato dell'associazione 'Vivere il Centro Storico di Genova' OdV

VIDEO | Le notti di 'mala movida' nei vicoli, le immagini girate dai residenti

Sul tema ”Movida” (Malamovida), con tutto quello che comporta, si è fatto negli anni un gran “parlare”, ma il problema non è stato mai seriamente affrontato con una politica adeguata e da anni determina grave danno alla salute dei residenti, insieme all’aggravamento del fenomeno dell’alcolismo giovanile e al degrado ambientale che affligge il Centro Storico.

Oggi, di fronte ad un’opinione pubblica sempre più esasperata dopo gli ultimi gravissimi fatti di cronaca che purtroppo hanno fatto salire alla ribalta nazionale il “problema Centro Storico di Genova” , il Comune torna a citare il “Piano Caruggi” e nello specifico torna a parlare di “spostamento della Movida” e di “delocalizzazioni” : il fatto è che ne parla da anni e con ipotesi sempre diverse: Porto Antico, Area dei Forti, Multedo… ed oggi si parla dell’area della Darsena e di Ponte Parodi.

Alle ipotesi di delocalizzazione si aggiungono altre ipotesi, pubblicizzate a mezzo stampa, sempre più improbabili, come il posizionamento di “teli fonoassorbenti“ che verrebbero montati e smontati ogni sera nei vicoli del Centro Storico, come “soluzione” al problema del rumore.

Intanto, non si danno risposte all’emergenza denunciata dai cittadini e il Comune resta arroccato a voler mantenere l’orario di chiusura dei locali alle tre di notte, con la conseguente permanenza e il girovagare di persone alterate dall’alcol che urlano fino alle tre e mezza-quattro del mattino, cui fa seguito il passaggio estremamente rumoroso dell’Amiu per ripulire dalla sporcizia generata dalla Malamovida.

Ma non basta: come denunciano i video girati in questi ultimi giorni, all’uscita dei locali seguono situazioni di violenza e aggressività dilagante che sempre più coinvolge gli abitanti esasperati (quelli che pervicacemente ancora resistono e non vogliono abbandonare il Centro Storico, come già molti sono stati indotti a fare, data l’insostenibilità della situazione).

Abitanti che già nel corso della notte devono subire per tutto l’orario di apertura dei locali un livello del rumore intollerabile - totalmente fuori legge - provocato dai frequentatori della “Movida” che si spostano da un locale all’altro urlando e schiamazzando e dagli assembramenti di centinaia di persone, per di più assistendo alle frequenti risse che si scatenano in mezzo alla folla.

Gli assembramenti di centinaia di persone continuano a ripetersi come sempre immutati, nei soliti luoghi (v. piazza San Bernardo, Piazza Embriaci, via San Donato) e vanno ad intasare anche i vicoli più stretti (via San Bernardo fino alle Grazie, vico Vegetti, Salita Mascherona, Salita Pollaioli…) generando ovunque anche seri problemi di sicurezza.

  • L'ampliamento dei dehors non e’ una soluzione, ma crea ulteriori problemi
  • La polizia locale nella maggioranza dei casi non interviene
  • L'ordinanza anti-alcool e’ disattesa e inefficace

Intanto il Comune afferma di aver adottato alcuni provvedimenti, come fossero “soluzioni” ai problemi:

  • l’ampliamento degli spazi destinati ai dehors dei locali che, a detta del Comune, dovrebbero limitare gli assembramenti, occupando il più possibile lo spazio pubblico per sottrarlo a chi sosta in piedi. Quasi che i dehors non fossero essi stessi degli assembramenti di persone che generano rumore assordante come chiaramente comprovato nelle relazioni della polizia locale che hanno effettuato i numerosi rilevamenti fonometrici e quasi che l’esercente potesse limitare il rumore, se generato all’interno del proprio dehors.

Questa politica di “ampliamento” ha fatto sì che alcuni dehors siano stati collocati in spazi del tutto inadeguati e ben poco attraenti per la normale clientela diventando così spazio privilegiato non tanto degli avventori, bensì degli spacciatori che prima stazionavano in piedi nei paraggi ed ora possono stare comodamente seduti. Per non parlare dell’ulteriore rumore prodotto dallo “smontaggio” degli arredi a tarda notte, che si accompagna e precede quello della chiusura delle saracinesche.

Ma di “incongruenze” da parte di questa Amministrazione se ne registrano molte, purtroppo a danno dei residenti a cui di fatto non si dà ascolto e si promuovono iniziative che aumentano l’invivibilità e l’esasperazione degli abitanti, sottoposti ad un rumore continuo.

Ad esempio, attraverso l’organizzazione di dj-set, che riproducono a volume altissimo musica da discoteca sotto le finestre degli abitanti e che durano ininterrottamente per ore, dal pomeriggio fino a tarda sera, incitando le persone presenti in strada a cantare a gran voce. Così come il posizionamento di panchine (come quella collocata all'angolo di piazza Ferretto) che, anche dopo la chiusura dei locali, diventano luoghi di attrazione per assembramenti, spesso di ubriachi che schiamazzano fino a notte inoltrata. Si parla di “valorizzazione” e di “rispetto per gli abitanti”, ma ancora una volta non si dà loro ascolto e si impongono delle iniziative, insieme ad alcune per altri versi lodevoli, del tutto - è il caso di dirlo - fuori luogo).

  • Una maggiore presenza della Polizia locale: fattore che seppur veritiero per alcune serate, non garantisce comunque la possibilità di far fronte alle situazioni continuamente in atto e in punti diversi della vasta zona “Movida”: e non solo nei fine settimana.

La Polizia locale non interviene mai per contrastare il rumore fuori dai limiti e gli schiamazzi notturni generati dalle centinaia di persone assembrate dentro e fuori gli spazi dei dehors. D’altra parte questi si configurano di fatto come problemi di “ordine pubblico” a cui la Polizia locale non risulta abilitata e che mettono a rischio di aggressioni (come avvenuto) gli stessi agenti. Così anche questa soluzione non si rivela efficace per tutelare il diritto al riposo dei residenti ed evitare quanto documentato dai VIDEO.

  • L’ordinanza anti-alcol, che ne vieta il consumo per strada dopo la mezzanotte e che il Comune vanta come provvedimento a tutela della salute pubblica e della sicurezza urbana, viene continuamente disattesa dai frequentatori della “Movida”, a dispetto anche della presenza della Polizia locale. Tale consumo continua indisturbato (come documentato da diversi video dei residenti).

Anche i provvedimenti dirigenziali di chiusura anticipata di alcuni locali sono stati giudicati incongruenti e respinti dal TAR in quanto discriminatori e comunque non risolutivi del problema generale: alla chiusura i frequentatori si spostano verso altri locali aperti, generando ancor maggiori assembramenti..

La situazione “movida” oggi rimane immutata: dopo la diffida e le mancate risposte del Comune i residenti procedono nel ricorso al Tar Liguria

Dopo anni di confronto, di incontri con gli Amministratori, di proposte concrete da parte dei residenti, di promesse del Sindaco ogni volta disattese, a seguito delle mancate o comunque inadeguate risposte dell’Amministrazione, nel maggio scorso l’Associazione, “Vivere il Centro Storico”, patrocinata dagli Avvocati Silvia Sommazzi e Emanuele Bertolin, aveva presentato diffida al Sindaco del Comune di Genova e agli Uffici competenti, coinvolgendo anche Regione Liguria e Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica ad adottare i provvedimenti necessari a tutelare in modo efficace e stabile il bene primario della salute pubblica, effettuare una riorganizzazione degli orari di apertura dei locali di vendita alcolici al fine di promuovere abitudini di vita tese a una più sana e virtuosa convivenza civile, disponendo comunque come misura immediata, per rispondere all’emergenza in atto, la chiusura alle ore 24 e in ogni caso, avviare la procedura di legge per dotare il Comune di Genova di uno specifico regolamento di disciplina del fenomeno della !Movida”.

Poiché il Comune e gli altri Enti non hanno dato risposta alla diffida nei tempi previsti dalla Legge, nonostante il sollecito inviato loro a fine Luglio, l’Associazione ha dovuto conseguentemente procedere a presentare ricorso al T.A.R. contestando l’illegittimità del silenzio e per la condanna del Comune stesso e degli altri Enti a porre in atto i provvedimenti richiesti nella diffida.

La situazione generale non è stata migliorata dalle iniziative vantate dal Comune, anzi le situazioni oggi sono peggiorate, anche sul piano della sicurezza. Mentre il Comune “progetta” soluzioni di là da venire e sperimenta ordinanze, il rumore e il disturbo del riposo proseguono da anni e anni inalterati e l’orario di chiusura dei locali resta fissato alle 3.00. Per questo l’Associazione nel ricorso richiede un intervento “urgente” del Tribunale, nella speranza di riuscire a limitare un danno non più sopportabile che in qualche modo deve essere interrotto.

Una volta che sarà salvaguardato il diritto alla salute dei residenti, ben vengano tutte le iniziative che il Comune vorrà porre in essere in un’ottica di salvaguardia, risanamento e valorizzazione (obiettivi che l’Associazione “Vivere il Centro Storico” persegue come da Statuto) e in tale direzione il Comune non potrà che avere il consenso e la fattiva collaborazione dei residenti.

L'Associazione 'Vivere il Centro Storico di Genova' OdV

vivereilcentrostorico.genova@gmail.com
associazionevivereilcentrostorico.genova@pec.it

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