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Cronaca

Relazione antimafia: "Oltre il 39% della cocaina consumata in Italia arriva dai porti liguri"

"Il fenomeno mafioso in Liguria è radicato e pervasivo, con realtà consolidate in tutte le province, legate soprattutto a diversi locali 'ndranghetisti", si legge nel documento

È stata presentata e approvata all'unanimità martedì 22 febbraio 2022, dopo un lungo dibattito in Consiglio regionale, la prima relazione annuale sulle attività svolte nel 2021 dalla VI Commissione Antimafia. La commissione, presieduta dal consigliere della Lista Sansa Roberto Centi, si è costituita per la prima volta all'inizio dell'attuale legislatura, nel novembre 2020.

Nel resoconto relativo alle attività del 2021 vengono ricordate le audizioni da cui è emerso "in primis che il fenomeno mafioso in Liguria è radicato e pervasivo, con realtà consolidate in tutte le province, legate soprattutto a diversi locali 'ndranghetisti, perfettamente inseriti nei gangli imprenditoriali, amministrativi, professionistici e politici della Regione.

Le problematiche maggiormente segnalate sono state: la presenza della delinquenza organizzata e del malaffare nel settore degli appalti, il delicato problema dell'iter della confisca e della gestione dei beni (con le distinzioni tra beni adibiti ad abitazione e beni destinati ad attività produttive, con tutte le difficoltà legate alla gestione e ristrutturazione); l'infiltrazione delle organizzazioni criminali nelle strutture turistico/alberghiere, in seguito alla pandemia e alla conseguente procedura sui ristori; il fenomeno dell'usura; la forte presenza del traffico di stupefacenti in entrata nei porti liguri; la necessità di rivedere le procedure relative al rilascio delle certificazioni antimafia e la necessità di un abbassamento di soglia per richiedere tale certificazione; l'ecomafia; il movimento terra; la gestione criminale dei fenomeni migratori".

Nella relazione si ricordano le audizioni con le associazioni di volontariato sociale sui temi delle infiltrazioni nelle amministrazioni pubbliche, mentre dagli incontri con i presidenti delle autorità portuali liguri è emerso il complesso tema della necessità dei controlli ai varchi portuali, della penetrazione del mercato della cocaina attraverso i porti liguri (si stima che oltre il 39% di quella consumata in Italia arrivi attraverso i varchi portuali di Genova, La Spezia e Vado), delle infiltrazioni nella cantieristica, in cui spesso si verificano fenomeni di caporalato.

Vengono ricordate le numerose audizioni dei rappresentanti delle camere di commercio, dei sindacati, delle associazioni di categoria, del sistema bancario e con i prefetti delle 4 province, "che hanno posto in rilievo la pervasività del fenomeno 'ndranghetista in Liguria, sotto le formule non più di una mafia culturalmente solo legata alle zone di provenienza ma profondamente innestata nell'imprenditoria, nel funzionariato, nella politica, nell'economia della Liguria".

Il tema emerso con maggiore forza durante gli incontri è stato quello dell'usura, "specialmente dopo lo scoppio della pandemia e la crisi di molte società soprattutto nell'ambito turistico-ricettivo, che spesso ha dato origine a cambi di proprietà e o di titolarità delle aziende, nonché a un estesissimo fenomeno di conferimenti di quote aziendali. Sono stati sottolineati la presenza del fenomeno delle ecomafie".

Nella relazione si ricorda la collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale per diffondere nelle scuole la cultura della legalità e la conoscenza di diritti e dei doveri del cittadino a partire dalla Carta Costituzionale, che nasce dal Protocollo di Intesa firmato dall'Ufficio scolastico regionale stesso e dalla presidenza dell'assemblea legislativa della Regione Liguria, alla presenza del presidente della Commissione VI nel marzo scorso.

Nel resoconto, infine, si annuncia la presentazione in commissione di una proposta di legge per agevolare la gestione dei beni confiscati, compreso l'impiego delle somme che negli ultimi anni la Regione ha previsto a bilancio con tale prospettiva, per riutilizzarli per bisogni primariamente sociali, ma anche economico produttivi con la creazione organica di un fondo per i beni confiscati per la ristrutturazione dei beni immobili, la valorizzazione delle attività di riutilizzo sociale dei beni, il supporto alle aziende sequestrate o confiscate in vista di un loro rilancio economico.

Il commento del presidente della commissione, Roberto Centi

"Al di là dell'atmosfera istituzionale pacata e di grande collaborazione, va rimarcato che il quadro sulla presenza delle mafie in Liguria è molto serio e grave - spiega il presidente della commissione, Roberto Centi -. Il fenomeno mafioso in Liguria è radicato e pervasivo, con realtà consolidate in tutte le province, legate soprattutto a diversi 'locali' 'ndranghetisti perfettamente inseriti nei gangli imprenditoriali, amministrativi, professionistici e politici della Regione. Nel lavoro della Commissione sono emerse problematiche relative alla presenza della criminalità organizzata soprattutto nel settore degli appalti e nelle strutture turistico/alberghiere, problemi relativi al fenomeno dell'usura, delle ecomafie e la forte presenza del traffico di stupefacenti nei porti liguri (oltre il 39% della cocaina sequestrata in Italia sta passando dai porti di Genova, Vado e La Spezia)".

"In questo primo anno - prosegue Centi - è stato fatto un lavoro importante di raccolta dati e di ascolto, coinvolgendo istituzioni, associazioni di categoria, banche, forze dell'ordine e sindacati. Il proposito è stato il sostegno a iniziative di sensibilizzazione della società civile e delle istituzioni pubbliche finalizzate alla promozione dell'educazione alla legalità, alla crescita della coscienza democratica, all'impegno contro la criminalità organizzata e diffusa, ai fenomeni di usura, di estorsione e alle infiltrazioni e condizionamenti di stampo mafioso nel territorio regionale".

"Uno dei punti fondamentali dell'attività della commissione antimafia - prosegue Centi - è la diffusione della cultura della legalità e della convivenza civile, attraverso il coinvolgimento del sistema scolastico e del welfare locale. L'altro punto fondamentale su cui stiamo lavorando in commissione, limando e adeguando una bozza di testo di legge, è la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Tale proposta di legge, tesa a agevolare la gestione dei beni confiscati, prevede anche l'impiego delle somme che negli ultimi anni la Regione ha previsto a bilancio. Tali risorse verranno utilizzate per creare un fondo per i beni confiscati, utile alla la ristrutturazione dei beni immobili, alla valorizzazione delle attività di riutilizzo sociale dei beni, al supporto alle aziende sequestrate in vista di un loro rilancio economico".

"Questo progetto - conclude il presidente Centi - nasce dalla consapevolezza che se tutti i beni fossero restituiti rapidamente alla collettività a sostegno di diritti fondamentali quali quello ad avere un'abitazione, a tutelare la salute pubblica, il lavoro e la libertà di iniziativa economica, la commissione avrebbe offerto un contributo concreto alla lotta contro il crimine con gli strumenti che le sue funzioni le consentono. Una funzione pratica ma anche simbolica, di deterrenza e progettuale insieme".

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