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Cronaca

Spese pazze in Regione, Bruzzone non convince l'opposizione: «Confuso, riferisca in Consiglio»

Dopo l'accusa di presunte pressioni sull'ex capo di Gabinetto perché intercedesse con il marito pm, il presidente del consiglio Regionale ha incontrato i capigruppo. Che si dicono ancora "dubbiosi"

Dopo l’interrogatorio davanti al pm, l’incontro con i capigruppo: il presidente del consiglio Regionale, Francesco Bruzzone, si è presentato questa mattina in via Fieschi per fornire chiarimenti in merito al nuovo filone dell’inchiesta “spese pazze”, che lo vede indagato oltre che per la gestione dei fondi pubblici anche per le presunte pressioni fatte su una funzionaria regionale affinché intercedesse con il marito, il pubblico ministero Alberto Lari, perché la sua posizione venisse ridimensionata, pena il mancato rinnovo dell’incarico.

Un incontro che sembra non avere convinto i capigruppo dell’opposizione, con il Movimento 5 Stelle che si è detto «ancora più dubbioso rispetto a quando siamo entrati nell’Ufficio di Presidenza. Al di là degli aspetti strettamente penali, che spetta alla magistratura valutare, a livello politico ci sono tanti, troppi, aspetti poco chiari, per non dire nebulosi, nella relazione del Presidente del consiglio Regionale».

Come già abbiamo chiesto, e a maggior ragione oggi, riteniamo doveroso che Bruzzone riferisca in aula sia sulla riorganizzazione dell’ufficio di Gabinetto da lui citata, sia, soprattutto, sul cursus della nomina della funzionaria - concludono i pentastellati - Il Presidente del Consiglio chiarisca al più presto la sua condotta politica, in modo da spazzare via dubbi e sospetti, e lo faccia di fronte ai cittadini che rappresenta, in virtù anche dell’importante carica istituzionale che ricopre».

Insoddisfatto anche il Pd, che oltre ad accodarsi alla richiesta dell’M5S affinché Bruzzone faccia chiarezza durante il consiglio Regionale, ha definito le spiegazioni del leghista «confuse e poco approfondite. Il presidente Bruzzone ha motivato le sue scelte con ragioni prettamente organizzative, citando una riforma organizzativa della presidenza del Consiglio regionale, che al momento non è mai stata né discussa né attuata». 

E ulteriori richieste di chiarimenti sono arrivate anche da Rete a Sinistra, con il consigliere Gianni Pastorino che in una nota ha fatto sapere che «avremmo preferito ottenere risposta alle domande che i cittadini liguri si stanno ponendo in questi giorni, ma Bruzzone ha preferito soprassedere, dichiarandosi `sereno´ in relazione alle indagini. Abbiamo richiesto una relazione sull’annunciata riorganizzazione amministrativa che, allo stato attuale, non prevedrebbe la copertura del ruolo di Capo di Gabinetto. Anche perché sono emersi elementi che richiedono ulteriori approfondimenti circa le scelte organizzative, operate da luglio 2015 a oggi, sull’Ufficio di presidenza e sulle sue articolazioni».

L’accusa al momento rivolta a Bruzzone è quella di “induzione alla concussione”: stando alla tesi del pm Massimo Terrile, lo scorso marzo il presidente del consiglio Regionale avrebbe chiesto alla segretaria (anche lei indagata) di fare pressioni sull’allora capo di Gabinetto, Afra Serini, perché intercedesse in suo favore con il marito magistrato, lasciandole intendere che in caso di rifiuto l’incarico non sarebbe stato rinnovato. Rinnovo che non è mai arrivato, e che Bruzzone ha giustificato spiegando che con la vittoria del centrodestra alle elezioni e l’installazione della nuova giunta, il rapporto fiduciario con la Serini (nominata dalla precedente amministrazione di centrosinistra) sarebbe venuto meno.
 

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