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Cronaca

Ricevono reddito di cittadinanza, ma lavorano in nero: già tre casi accertati

Gli uomini dell'Ispettorato del Lavoro si sono concentrati su bar, ristoranti e in generale su pubblici esercizi che spesso impiegano personale senza contratto. Diversi i provvedimenti di sospensione dell'attività

Percepiva il reddito di cittadinanza, ma di sera lavorava come dipendente di un ristorante pizzeria, ovviamente in nero. Per questo motivo un giovane è stato segnalato all’Inps dagli uomini dell’Ispettorato del Lavoro, che nella stessa attività hanno trovato altri 3 lavoratori impiegati in nero sui 5 totali presenti.

I controlli sono stati intensificati nel periodo estivo proprio per portare alla luce eventuali irregolarità nei pubblici esercizi e nei ristoranti, dove il lavoro nero è più frequente. In una sola serata, gli ispettori del lavoro hanno controllato due pizzerie che impiegavano per le consegne a domicilio 9 lavoratori privi di contratto.

Per le due pizzerie è scattato quindi il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, alla luce del fatto che la percentuale di lavoratori non regolarizzati a norma di legge superava il 20% di quelli presenti. Stessa sorte è toccata a un pubblico esercizio di recente apertura che impiegava ben 4 lavoratori su 5 non regolarizzati a norma di legge, uno dei quali percepiva appunto il reddito di cittadinanza.

L’Ispettorato del Lavoro fa sapere che sono già tre i casi accertati a Genova dall’entrata a regime del reddito di cittadinanza. Più in generale, nella prima parte dell’anno sono stati complessivamente 187 i lavoratori in nero (di cui 6 clandestini), cioè privi di ogni tutela assistenziale e previdenziale, scovati dagli ispettori, e 48 i provvedimenti di sospensione dell’attività.

Da ulteriori controlli effettuati dal Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato insieme con Polizia locale e  Aslm inoltre, è emersa  l’esistenza di case di riposo abusive, cioè senza alcuna autorizzazione a operare, che si avvalevano di personale in nero.

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