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Cronaca Centro Storico / Via del Campo

Ramunni: il campione del mondo di truffe era a Genova, blitz delle "Iene"

Specializzato in furti d'identità era stato scarcerato a Treviso con obbligo di dimora a Milano, ma aveva fatto immediatamente perdere le proprie tracce

Trovato a Genova Stefano Ramunni, truffatore seriale specializzato in furti di identità, tornato nel mirino delle "Iene" nella puntata di domenica 22 aprile 2018, andata in onda su Italia 1.

Il servizio de 'Le Iene' sul campione del mondo di truffa

Si tratta di uno dei più importanti truffatori italiani, era stato scarcerato a Treviso insieme a un complice e aveva obbligo di dimora a Milano con firma giornaliera dai carabinieri, ma aveva subito fatto perdere le proprie tracce nonostante il tentativo di inseguimento della troupe guidata da Giulio Golia, che aveva concordato una intervista con i due all'interno del carcere, prima della notizia della scarcerazione. 

Trovato in via del Campo

Giulio Golia, nel corso del suo servizio andato in onda su Italia Uno aveva quindi cercato di trovarlo partendo da Roma in direzione Treviso. Ramunni, definito il campione del mondo di truffe, era passato da Venezia e da Padova e poi aveva preso un treno, probabilmente in direzione di Bologna. Oggi, grazie alla segnalazione di alcuni passanti che hanno riconosciuto Ramunni e il complice grazie alle immagini diffuse in televisione, i due sono stati trovati all'interno di un internet point di Via del Campo dove la Iena Golia e la sua troupe lo hanno incastrato, bloccato e intervistato. Successivamente sarebbero intervenuti anche i Carabinieri.  

Specializzato in furti d'identità

Secondo quanto ricostruito nel servizio delle "Iene" Ramunni e il suo "socio" stavano dedicandosi alla creazione di nuovi documenti falsi e tra le ricerche effettuate su google in un altro internet point a Padova era anche spuntato il nome di Alvise Maniero, un deputato del Movimento 5 Stelle che, forse, rischiava il furto di identità. In passato Ramunni aveva truffato banche, parenti, amici, complici, avvocati e addirittura decine di Procure italiane inviando un proprio certificato di morte falso per fare chiudere tutti i procedimenti a suo carico. 

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