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Cronaca

Raffaella Paita indagata per l'alluvione: il Pd la difende, ma i rivali incalzano

L'inchiesta sul disastro di ottobre entra nella campagna per le Regionali. E nell'ultimo sondaggio Ipsos Toti è a meno di mezzo punto dalla candidata del centrosinistra

«Sono certa di avere agito nella massima correttezza. Grazie a tutti per la solidarietà espressa»: così Raffaella Paita, assessore regionale alla Protezione civile e candidata per il Partito Democratico alla presidenza delle Liguria alle elezioni del 31 maggio, ha commentato la decisione della Procura di inviarle un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta relativa all’alluvione che il 9 ottobre scorso ha colpito il capoluogo ligure causando la morte dell’ex infermiere 56enne Antonio Campanella.

La notizia dell’iscrizione di Paita nel registro degli indagati per “mancata allerta” (l’accusa si riferisce al fatto che la sera del 9 ottobre la sala operativa della Protezione civile, nonostante le piogge torrenziali e il peggioramento delle condizioni meteo, era rimasta chiusa sino alla mezzanotte, quando ormai il Bisagno aveva rotto gli argini e la forza della piena si era scatenata) è arrivata ieri, sollevando un vero e proprio polverone nei ranghi del Pd a poco più un mese da una sfida fondamentale: «Sono davvero sorpresa del merito delle contestazioni che mi vengono rivolte, considerando che ho già avuto modo di chiarire nel novembre scorso la meticolosità della mia condotta nel corso di quella giornata durante la quale ho tenuto costanti contatti con la Protezione civile, sollecitando la parte tecnica ad operare con il massimo dell’attenzione e della prudenza”, ha fatto sapere Paita, riferendosi al lungo colloquio avuto con i pm Gabriella Dotto e Patrizia Ciccarese lo scorso novembre, ribadendo poi quanto sostenuto in quella sede: «La contestazione che mi viene rivolta è la mancata allerta e i provvedimenti conseguenti. L’allerta meteo e i provvedimenti conseguenti sono normativamente di competenza della struttura tecnica e non competono in alcun modo agli assessori».

La stessa linea adottata dai piani alti della Regione, che oltre a contestare le tempistiche scelte dalla procura per recapitare l’avviso di garanzia, ha sottolineato che la diramazione dello stato d’allerta è un atto tecnico, e che dunque non compete a un assessore ma direttamente alla Protezione civile: «Gli avvisi di garanzia sono stati mandati nei tempi previsti e fisiologici di questo processo», è stata la secca replica del procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce.

«Non mi sono mai sottratta alle mie responsabilità. Chiedo alla magistratura di andare avanti senza indugio e ribadisco di essere a totale disposizione per tutti gli ulteriori chiarimenti”, ha concluso Paita, mettendosi anche “a completa disposizione del partito», che dal canto suo ha ribadito sostegno e supporto per la sua candidata, invitandola ad andare avanti: «Abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura e siamo certi che in tempi rapidi si arrivi a fare piena luce sugli eventi relativi all’alluvione dell’ottobre scorso - si legge nella nota diffusa dal Pd - La contestazione che viene mossa a Raffaella Paita riguarda il provvedimento di diramazione dell’allerta, che non è un atto politico dell’assessore alla Protezione civile, ma un atto tecnico-amministrativo che non compete all’assessore. Siamo certi che Raffaella Paita avrà modo di chiarire la propria estraneità ai fatti contestati. Confermiamo a lei la nostra fiducia e il nostro sostegno».

Paita indagata, gli altri candidati all'attacco

Le reazioni degli avversari nella corsa alla presidenza della Regione, intanto, non si sono fatte attendere: il candidato forzista Giovanni Toti, intervenuto oggi a Mattino 5, ha ribadito che «io e tutta Forza Italia siamo assolutamente garantisti», aggiungendo però che «si è certamente colpevoli politicamente per come si è gestito male quell'alluvione perché tutti si ricordano il mancato allarme e l'assessore alla protezione civile sparita per 5 giorni» e affondando il colpo postando su Facebook il risultato di un sondaggio effettuato da Ipsos in cui a separarlo da Paita c’è meno di mezzo punto (30,5 contro 30,1). «Garantista» anche Enrico Musso, altro candidato di centrodestra sostenuto da Liguria Libera, che da Facebook si è chiesto «in caso di elezione come pensa Paita di gestire il doppio ruolo di presidente e indagata? Non verrebbero meno autonomia e serenità di giudizio?», mentre Matteo Salvini, che con la Lega Nord appoggia la candidatura di Toti, sempre via social ha tuonato che «la candidata del PD per la Regione Liguria è indagata per ‘concorso in omicidio colposo’ e ‘disastro colposo per l'alluvione», invitandola a «ritirarsi e chiedere scusa».

All’attacco anche Alice Salvatore, giovane candidata del Movimento 5 Stelle, con una nota in cui ha sottolineato che «l’alluvione è una cosa grave, l’assessore Paita alla Protezione civile, oggi, candidata presidente per il PD, ha intenzione di ritirare la sua candidatura visto che è indagata per non aver lanciato l’allerta quando avrebbe dovuto?», supportata da Beppe Grillo, che sui social network ha lanciato l’hashtag #paitaritirati. Silenzio invece dal civatiano Luca Pastorino, “alternativa” del centrosinistra a Paita, che proprio oggi ha incassato il sostegno dei Verdi.

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