Porta a porta: bidoncini e sacchetti con microchip ecco come cambia la raccolta differenziata
La città è stata suddivisa in zone di quattro diversi colori per distinguere le zone "vocate" e quelle "scarsamente vocate"
Si punta sulla raccolta differenziata porta a porta in città, con l'obiettivo di raggiungere il 40% già entro la fine di quest'annno e il 65% entro il 2020.
Il progetto del Consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi in collaborazione con Amiu e Comune è stato presentato a Palazzo Tursi dal responsabile del Conai per i Rapporti con i Territori Luca Piatto e dall'assessore comunale all'Ambiente Italo Porcile.
Per riuscire nell'intento e monitorare meglio i diversi quartieri, Genova è stata divisa in aree di quattro colori: il verde è per le zone "vocate" (circa 19mila abitanti), il giallo per quelle "a prevalente vocazione" (102mila cittadini), l'arancione per le zone "con fattori penalizzanti" (306mila abitanti, la maggioranza) e il rosso per quelle "scarsamente vocate" (165mila abitanti).
Partiranno per prime le aree in cui sarà più semplice procedere, ovvero quelle verdi e gialle (buona parte dei territori del Municipio Levante, Media Val Bisagno, Valpolcevera, Ponente), tra la fine dell'anno e l'inizio del 2017: un'operazione che coinvolgerà in totale circa 125mila cittadini.
Dal 2017 al 2019 si passerà alle zone arancioni e rosse (buona parte del Municipio Centro Ovest, Centro Est, Bassa Val Bisagno, Medio Ponente e Medio Levante).
La raccolta porta a porta verrà effettuata con bidoni condominiali, oppure mastelli o sacchetti con microchip, a seconda delle diverse realtà cittadine, sulla scia delle sperimentazioni di Quarta alta e Colle degli Ometti che verranno avviate a maggio.
L'obiettivo? Poter arrivare, in futuro, a una tariffa puntuale calcolata sull'effettiva quantità dei rifiuti prodotti dal singolo cittadino.