Parte da Brignole il primo tir di aiuti per l’Ucraina, dopo la raccolta nella chiesa di Santo Stefano
Il cuore grande dei genovesi ha riempito un container in poche ore: dalle bende agli abiti nuovi, ai medicinali la merce impilata davanti alla facciata della chiesa del centro. Nella notte si sono già messi in viaggio invece i mezzi partiti dall'hub di piazzale Kennedy
Doveva essere un camion e alla fine sarà un tir che partirà da Brignole, dalla chiesa di Santo Stefano, per portare aiuti ai profughi della guerra in Ucraina.
Oltre a quella organizzata del Comune in piazzale Kennedy, la solidarietà dei cittadini si è messa in moto subito, dalla raccolta in centro dove i genovesi hanno cominciato a portare generi di prima necessità nella chiesa punto di riferimento della comunità dell'Ucraina. La richiesta di aiuto espressa da padre Vitaly Tarasenco, cappellano della comunità ucraina genovese e presidente dell’associazione Pokrova Oleh Sahaydak, è stata accolta: ieri pomeriggio, in piazzale Kennedy, ha aperto il primo dei tre punti di raccolta disposti dal Comune, gestito dai volontari della protezione civile.
Da qui nella notte sono partiti i primi tir. Da oggi, giovedì 3 marzo, l'hub sarà aperto anche dal mattino, dalle 9 alle 18.30. L'assessore alla Sicurezza Giorgio Viale e il consigliere delegato alla protezione civile Sergio Gambino stanno valutando l'apertura di un altro punto raccolta nella palazzina ex Q8, sempre alla Foce. Si può telefonare al numero 800177797 o inviare una mail a emergenzaucraina@comune.genova.it.
L’associazione Pokrova ha stilato una lista di generi di prima necessità richiesti dall’Ucraina: coperte e cuscini con riempimento sintetico, pannolini, vestiti (giacche, maglioni, biancheria intima, calze, omogeneizzati, prodotti per igiene personale (salviette umide, sapone, shampoo, asciugamani), prodotti alimentari (pasta, riso, farina, tonno e carne in scatola, biscotti, cioccolato, dolci confezionati, the in bustine, caffè solubile), piatti, posate e bicchieri monouso, medicinali e dispositivi medici (antibiotici, analgesici, antiemorragici, antidiarroici, cardiovascolasi, antisettici, mascherine, garze, guanti monouso, siringhe).
Partono anche le iniziative dei singoli comuni: a Serra Riccò, ad esempio, nei prossimi giorni saranno accolti 15 profughi in un immobile sequestrato alle mafie; quattro operai dell'Iplom si sono messi in viaggio per recuperare al confine la famiglia di Sasha, un ragazzo che ha passato le estati della sua adolescenza in Valsecca e che ora si è arruolato per combattere contro la Russia.