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Cronaca

Quezzi, neonato muore dopo circoncisione fatta in casa

Il piccolo, appena un mese, viveva con la mamma e la nonna in un appartamento di Quezzi. Sono state loro a chiedere aiuto al 118, che ha poi chiamato la polizia

Un bimbo di appena un mese è morto nella notte in appartamento in zona Quezzi per un intervento di circoncisione rudimentale effettuato tra le mura di casa e finito in tragedia.

A dare l’allarme, intorno alle 4 del mattino, è stato il personale del 118, che ha ricevuto una richiesta di intervento urgente: arrivati all’appartamento, i sanitari hanno trovato nell’abitazione la mamma e la nonna del piccolo, due donne di origini nigeriane, e il bimbo ormai privo di vita. Hanno quindi chiamato immediatamente la polizia, e sul posto sono intervenute prima le volanti della questura e poi la Squadra Mobile del dirigente Marco Calì, accompagnata dagli uomini della Scientifica.

Gli investigatori hanno immediatatamente avviato i rilievi nell’appartamento, e affidato il piccolo al medico legale. La mamma, una donna di 26 anni, e la nonna, 49 anni, sono state portate in questura per essere ascoltate su quanto accaduto e al termine dell'interrogatorio è stato formalizzato l'arresto: l'accusa è di omicidio preterintenzionale. Agli inquirenti la madre, disperata, avrebbe ammesso di avere praticato la circoncisione per ragioni culturali. Il padre del bambino non era presente nell'appartamento perché fuori Italia. Informato dalle autorità, starebbe rientrando in Italia.

Nel corso della mattinata è stato fermato anche l'uomo che secondo gli inquirenti ha praticato la circoncisione al piccolo: si tratta di un 34enne anche lui di origini nigeriane, individuato dalla polizia Ferroviaria mentre cercava di raggiungere la frontiera di Ventimiglia. Ad allertare gli agenti sono stati i poliziotti della Mobile, che dopo il ritrovamento del piccolo e i primi accertamenti hanno immediatamente diramato un ordine di ricerca per l'uomo ritenuto responsabile dell'operazione. Si tratta di un volto noto nella comunità nigeriana, che spesso veniva interpellato proprio per portare a termine interventi di circoncisione che dovrebbero altrimenti essere effettuati da uno specialista, a pagamento.

Il 34enne è stato bloccato su un treno a Imperia: con lui anche la moglie e il figlio, insieme con bagagli e valigie che hanno subito fatto sospettare che stesse cercando di fuggire oltre confine perché a conoscenza della morte del piccolo. Anche per lui è scattata l'accusa di omicidio preterintenzionale, cui si sommma quella di falso esercizio della professione medica. Si trova ora in carcere a Imperia, mentre la madre e la nonna del bambino verranno trasferite a Pontedecimo dopo la formalizzazione degli atti.

La ministra Grillo: «Urgente trovare soluzioni»

La circoncisione, va ricordato, è una procedura chirurgica che consiste nella rimozione della pelle che copre la parte superiore dell’organo genitale maschile: stando agli ultimi dati raccolti, in Italia avvengono circa 5mila circoncisioni l'anno, il 25% delle quali clandestine e dunque operate da persone che non hanno né le capacità né le competenze necessarie per portarle a termine senza rischi. Nella notte tra venerdì e sabato scorsi un altro bambino, questa volta di 5 mesi, è morto per una circoncisione effettuata tra le mura di un'abitazione del reggiano; l'episodio precedente lo scorso dicembre vicino a Roma.

Sull'episodio è intervenuta anche la ministra della Salute, Giulia Grillo, che in un tweet ha ricordato che «dopo il caso di qualche giorno fa un altro bimbo è morto per circoncisione fatta in casa, è urgente trovare soluzioni. Il tema è complesso e bisogna confrontarsi con le autorità religiose. Ma l'assoluta priorità è individuare un protocollo per la sicurezza dei bambini»

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