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Cronaca Marassi / Piazzale Marassi

Stoviglie contro le grate, sonora protesta nel carcere di Marassi

"I detenuti protestano contro il sovrappopolamento e contro le deficienze organizzative dell'istituto", spiega il segretario regionale della Uil Pa Penitenziari, Fabio Pagani

"Una rumorosissima protesta è stata messa in atto, ieri sera, ed è ripresa stamani alle 8 ed è tutt'ora in corso da parte dei detenuti ristretti nel penitenziario genovese di Marassi. In tutte le sezioni i detenuti hanno battuto e stanno battendo stoviglie e pentolame alle grate e alle porte delle celle. La situazione è stata tenuta sotto controllo dal personale di polizia penitenziaria, che ancora regge".

A darne notizia è il segretario regionale della Uil Pa Penitenziari, Fabio Pagani, che sottolinea le particolari condizioni in cui versa Marassi. "I detenuti protestano contro il sovrappopolamento e contro le deficienze organizzative dell'istituto - spiega il sindacalista - legate al presunto mancato incremento di telefonate, videochiamate, pacchi postali e pacchi provenienti dai colloqui. Di certo la situazione di Marassi non può definirsi ottimale, nemmeno normale. Rispetto alla capienza regolamentare di 456 detenuti, sono ristretti circa 710 detenuti".

"Credo che la situazione di Marassi rappresenti una delle criticità più manifeste e ritengo poter collocare il sistema penitenziario ligure tra i punti di caduta più evidenti del disastrato panorama nazionale - prosegue Pagani -. Voglio portare la mia personale vicinanza ai lavoratori di Marassi e della Liguria, ma anche approfondire alcuni aspetti di gestione del personale. Credo sia giusto approfondire le ragioni per le quali nonostante la dedizione e l'impegno dei poliziotti penitenziari della Liguria alcune direzioni ritengano poter/dover penalizzare tale personale attraverso una revisione in peius dei giudizi annuali, che hanno dirette conseguenze sulle carriere".

"In questo momento così drammatico per l'intero universo penitenziario - incalza il segretario regionale della Uil Pa Penitenziari -, piuttosto che motivare il personale offrendo comprensione e disponibilità, persino con le classiche 'pacche sulle spalle', si afferma un modello di gestione autoritario che deprime, offende e indigna. Questo modello di amministrazione autoreferenziale, nemica e distante va contrastato con forza".

"Occorre tenere i riflettori sempre accesi su Marassi – conclude Fabio Pagani - ritengo che un istituto come quello di Marassi non può essere gestito a scavalco da una serie di direttori, per sostituire quello titolare, ma occorre individuare un vice o meglio un direttore, che lo sostituisca sempre nelle assenze, ciò che ad oggi nè il Dap, tantomeno il provveditore sono stati capaci di fare".

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