Sfruttamento della prostituzione e bella vita, cinque in manette
I cinque arrestati erano soliti frequentare sale giochi, locali notturni e comunque concedersi una vita frivola beneficiando dei guadagni prodotti dalle loro vittime che, invece, al termine del lavoro in strada venivano obbligate a rimanere in casa
All’alba di ieri, 8 agosto, la polizia di Stato, a conclusione di un'attività investigativa coordinata dal sostituto procuratore Federico Manotti, ha dato esecuzione a sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti albanesi, responsabili, a vario titolo dello sfruttamento della prostituzione di donne albanesi e romene.
L’attività investigativa è iniziata dal monitoraggio di due giovani ragazze che si prostituivano in strada nel quartiere di Sampierdarena. Dagli accertamenti è emerso come le giovani fossero sfruttate da stranieri.
Grazie all’assiduo monitoraggio e ai servizi predisposti in zona dagli agenti, le due 'lucciole' hanno trovato il coraggio di denunciare gli aguzzini che le costringevano in strada.
Le donne venivano posizionate in precise postazioni e controllate pressantemente sia telefonicamente che a vista dagli albanesi, che non rinunciavano a minacce e percosse qualora i guadagni non risultassero idonei alle aspettative.
L’attività investigativa della Squadra Mobile di Genova ha portato non solo a riscontrare quanto dichiarato dalle giovani sfruttate, ma ha consentito anche di raccogliere pesanti elementi probatori a carico di tutti gli indagati permettendo agli inquirenti di appurare una vera e propria spartizione del territorio impedendo ad altre concorrenti di prostituirvisi.
Nel corso dell’inchiesta gli investigatori hanno constatato che a seguito di liti avvenute tra i coindagati per questioni legate alla gestione del territorio, alcuni si sono spostati nell’Hinterland milanese ove hanno trovato terreno fertile per le loro attività di sfruttamento.
Altri indagati, in vista del periodo estivo, hanno deciso di spostarsi a Scalea con la chiara intenzione di incrementare i guadagni agevolati dalla presenza dei turisti.
I provvedimenti di custodia cautelare sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Genova in collaborazione con la Squadra Mobile di Milano e Cosenza all’alba di ieri nei confronti di:
LULA Rigers nato in Albania il 18.03.1985 arrestato a Genova
MANCELLARI Arber nato in Albania il 27 12 1985 arrestato a Genova
CELA Bukurosh nato in Albania il 13.09.1985 arrestato a Genova
RINXHI ILIR,nato in Albania il 31.12. 1977 arrestato a Milano
ZENUNI Arjan nato in Albania il 16.07.1979 arrestato a Scalea (CS)
Durante la perquisizione presso il domicilio di Cela, ritenuto elemento di spicco dell’organizzazione, una donna, tale Bold Ionela Maria di anni 21, ha tentato di gettare dalla finestra un pacco risultato poi essere un panetto di 400 grammi di eroina e 2,52 grammi di cocaina.
Inoltre all’interno dell’abitazione è stato rinvenuto un bilancino di precisione e una pistola a tamburo. Pertanto il Cela e la convivente Bold sono stati arrestati per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti e della pistola tipo revolver Smith e Wesson con relative munizioni.
Le indagini hanno anche evidenziato come il gruppo fosse particolarmente organizzato, conseguenza di una datata integrazione nel tessuto criminale cittadino. Gli stessi erano soliti frequentare nel tempo libero le sale giochi, i locali notturni e comunque concedersi una vita frivola beneficiando dei guadagni prodotti dalle loro vittime che, invece, al termine del lavoro in strada venivano obbligate a rimanere in casa.
Il ritrovamento della droga e della pistola inoltre, dimostra come i proventi della prostituzione venissero incanalati in altri traffici evidenziando una rete che opera in sinergia in diversi ambiti criminali.
Sono in corso ulteriori approfondimenti volti a verificare se la pistola ritrovata possa essere stata usata in fatti di sangue avvenuti in questa provincia, legati alla gestione del territorio, che hanno visto il coinvolgimento di albanesi.