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Cronaca

Promotore ricatta e minaccia di morte tre studenti di ingegneria

Un ventenne, N. D. le sue iniziali, promotore incaricato della vendita porta a porta di contratti di fornitura energetica e gas, ha prima truffato e poi tentato un'estorsione a danno di tre studenti di ingegneria

Genova - Tutto ha inizio quando un giovane promotore di una nota compagnia genovese impiegato nella vendita porta a porta di contratti di fornitura energetica e gas si imbatte lo scorso aprile in un appartamento occupato da tre giovani studenti della Repubblica Popolare Cinese.

Gli stranieri lo accolgono convinti dalle credenziali riportate sul tesserino di riconoscimento e lasciano che egli esamini una precedente bolletta in verità scaduta da mesi. Il promotore, N.D., regolare dipendente di una ditta di fornitura di personale per l’azienda dell’energia, decide di sfruttare a proprio vantaggio l’apparente ingenuità e la poca dimestichezza che gli stranieri mostrano nei confronti della burocrazia italiana e delle sue procedure.

Immediatamente incalza i giovani inquilini accusandoli di aver ritardato colpevolmente di versare il dovuto, li mette in guardia paventando generiche e ipotetiche gravi conseguenze ma subito dopo si offre di pagare la bolletta in loro vece per mettere tutto a tacere, ovviamente, nel loro interesse.

I ragazzi, inconsapevoli delle più elementari precauzioni contro le truffe, accettano di pagare 800 euro in contanti con i quali sono convinti di onorare il debito con l’aggiunta di una sanzione. L’importo della bolletta già superava infatti i 700 euro ma l’improvvisato ”esattore” arrotonda al centinaio superiore spacciando l’aggravio per una sanzione.

Il truffatore non si accontenta del colpo che ha messo a segno e resta determinato ad approfittare in futuro della fiducia carpita. Giorni dopo quindi lo stesso individuo si ripresenta alla porta delle vittime e pretende il corrispettivo di ben cinque mila euro per il ritardo del pagamento precedente.

I giovani a questo punto si insospettiscono e spiegano che loro si trovano inseriti in programma di scambio didattico presso la facoltà di Ingegneria e che la bolletta in questione era oggetto di una controversia precedente all’entrata in scena del promotore.

I giovani studenti prendono le distanze dalla abnorme sanzione che viene prospettata loro e invitano il soggetto a ritornare in futuro indirizzandolo a parlare con il proprietario dell'appartamento. Il truffatore insiste, finge di impegnarsi presso la struttura a ridurre il dovuto a “soli” 2500 euro, ma pretende la cifra immediatamente e in contanti paventando poi agli studenti un eventuale espulsione dal paese in caso di mancato pagamento.

Gli stranieri non si persuadono quindi il malfattore propone di cancellare completamente la pratica sanzionatoria in cambio di 500 euro da versare per ognuno dei tre inquilini. Nemmeno questo convince gli studenti che a questo punto si sono insospettiti e sono determinati a non cedere al ricatto.

Il truffatore è comunque determinato a portare a termine il suo disegno criminoso, alza il tiro e passa alla manifesta estorsione: per mezz'ora i tre sono investiti da una serie di minacce di morte e di ritorsioni violente. Il malvivente aggiunge di potersi avvalere dell'appoggio della potente organizzazione mafiosa di cui fa parte e che non avrebbe esitato a far leva presso le sue aderenze della  mafia cinese per perseguitare i tre studenti anche una volta rientrati in patria.

Giocato questo, invero improbabile, asso della mafia cinese N.D. fornisce  un numero di telefono cellulare alle sue vittime per mezzo del quale essere contattato quando avranno raccolto il denaro. Il truffatore, ora promosso a estorsore, doveva sentirsi davvero al sicuro ed essere certo di aver gettato nel terrore i giovani studenti, poiché a chiamarlo pochi giorni dopo sono stati i membri della squadra investigativa del commissariato Centro, che non hanno avuto difficoltà a risalire all'identità del soggetto proprio dal numero di telefono lasciato alle vittime.

I giovani futuri ingegneri non hanno infatti esitato a riferirsi alla polizia la quale, ricostruita la vicenda, ed effettuati gli opportuni riscontri, ha rintracciato il soggetto per denunciarlo. Il giovane, poco più che ventenne, originario di una provincia pugliese e già gravato da precedenti di polizia, è stato segnalato in stato di libertà per i reati di truffa e tentata estorsione.

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