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Cronaca Bolzaneto / Via Anton Pavlovic Cechov

Begato, conclusa la demolizione delle dighe: cosa prevede il progetto di rigenerazione

Nuove palazzine e alloggi di Erp ad alta efficienza energetica utilizzando terreno in precedenza occupato dalla diga, spazi a servizio del quartiere, centro per la cultura, recupero della casetta ambientale e una nuova piazza alberata

Il quartiere Diamante, dopo la demolizione delle dighe, dopo quarant'anni è pronto per cambiare volto. Se ne è parlato questa mattina nel cantiere, liberato dai 30mila metri cubi di detriti inerti non pericolosi: conclusa la 'fase 2', ovvero quella della demolizione, se tutto andrà secondo i piani entro un mese il progetto di rigenerazione verrà presentato in Conferenza dei Servizi e la gara per l'affidamento dei lavori è prevista per metà luglio.

Le macerie sono state trasportate con circa 1500 viaggi fino all’area di trattamento nel cantiere di via Ugo Polonio nel quartiere di Trasta a Genova, a soli 4 km dal sito di provenienza. Parallelamente è partita la campagna di trattamento dei rifiuti inerti non pericolosi provenienti dalle attività di demolizione dei fabbricati del cantiere che sono stati frantumati e riutilizzati per opere di riempimento e per la creazione di un sottofondo per i futuri fabbricati e piazzali.

Begato, conclusa la fase di demolizione delle dighe

La rigenerazione del quartiere

Nella parte non demolita della Diga Bianca, al civico 11 di via Cechov verranno realizzati 55 nuovi alloggi di Edilizia residenziale pubblica ad alta efficienza energetica: l’intervento verrà suddiviso in due lotti funzionali di cui si è conclusa la progettazione esecutiva. Entro la metà di luglio verrà avviata la gara per l’affidamento dei lavori relativi al primo lotto.

Verranno inoltre realizzate 3 nuove palazzine di alloggi NZEB (Nearly Zero Energy Building) ad elevata efficienza energetica, caratterizzati da moduli abitativi innovativi, che troveranno collocazione su una porzione del sedime in precedenza occupato dalla “Diga”. Un totale di 60 alloggi di cui 40 destinati all’edilizia residenziale pubblica e 20 all’edilizia residenziale sociale.
Inoltre grazie all’inserimento del progetto di rigenerazione urbana del quartiere Diamante di Begato, presentato dall’Amministrazione Regionale, tra quelli ammessi al finanziamento del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” PINQuA, oltre ai 60 nuovi alloggi nasce un grande Masterplan su quasi 250.000 mq di territorio di rigenerazione che comprenderà un Parco Urbano con attività sportive, il recupero dei campetti polifunzionali esistenti, attività ricreative, aree gioco e didattiche legate alle attività e al quartiere; recupero di antiche “creuse” e percorsi nel verde.

A fronte dei 170.000 mc di volume demolito, verranno realizzati circa 18.000 mc di nuova edificazione, utilizzando esclusivamente una porzione del sedime in precedenza occupato dalla “Diga”: un intervento senza consumo di suolo.

Saranno realizzati spazi a servizio del quartiere per circa 500 mq, un Centro per la Cultura di circa 500 mq ed il recupero della Casetta Ambientale con nuovi spazi all’aperto. Altro punto qualificante dell’intervento, in linea con le richieste del progetto partecipativo del quartiere, sarà la realizzazione della nuova piazza alberata, posta nel cuore dell’ambito di rigenerazione.

L’intervento, la cui conclusione è attesa per la fine del 2025; oltre ai 7,2 milioni di euro per la demolizione della Diga ed ai 2,2 milioni per la riqualificazione della parte non demolita, al civico 11 di via Cechov, il Programma PINQuA, prevede un finanziamento di circa 15 milioni di euro; di cui 11,3 milioni per la realizzazione delle palazzine, 1,3 milioni per il parco dell’energia e dell’ambiente, ed i restanti 2,4 milioni per opere accessorie e servizi al quartiere.

Partita nel luglio 2019 la fase 1 del progetto ha reso possibile il trasferimento di 374 nuclei familiari residenti a Begato, per un totale di 776 persone, in appartamenti rinnovati in diverse zone della città. Parallelamente sono stati recuperati 630 alloggi sfitti, con un investimento di circa 17 milioni di euro complessivi, proprio per permettere la ricollocazione delle famiglie di Begato e un contestuale recupero del patrimonio di Arte. Gli inquilini sono stati rialloggiati nei diversi quartieri del Comune di Genova; in Val Polcevera è rimasto 45% degli inquilini mentre il 18% ha ricevuto un alloggio in Centro, il 17% a Ponente, il 15% in Val Bisagno, ed il 5% a Levante, raggiungendo l’obiettivo della massima integrazione nel tessuto sociale della città.

Nei primi mesi dell’anno 2020 è stata espletata la gara per l’affidamento dei lavori di demolizione delle “Dighe di Begato” e nel successivo mese di luglio sono stati consegnati i lavori all’Ati tra Patriarca Group srl e F.lli Caschetto srl, dando avvio alle operazioni della fase 2.

Il 45% degli abitanti delle dighe ha deciso di rimanere in zona

Paolo Gallo, amministratore delegato di Arte, lo ha definito un momento di grande emozione: "Mi piace ricordare la 'fase uno' che ha visto la ricollocazione dei nuclei familiari, quasi 400, nei quartieri della città dove c'è edilizia residenziale pubblica. Un'operazione eseguita grazie a personale di Arte e del Comune, con grande attenzione alle esigenze di queste famiglie: il 45% di loro ha deciso di rimanere in zona mentre il 55% ha fatto scelte diverse. A breve partiremo con il recupero delle 55 unità nella porzione di diga bianca esistente".

Per Pietro Piciocchi, assessore comunale alle Politiche della casa, "abbiamo gettato il cuore oltre l'ostacolo e questo è il risultato, questa è un'operazione simbolo. Abbiamo lavorato in sinergia con le amministrazioni, fatto non scontato, ma qui è stato fatto un lavoro di gruppo tra Comune, direzione Politiche della casa, servizi sociali, Asl, Arte, Regione, ciascuno il suo. È il giusto metodo per lavorare su tanti altri temi. Tante persone che vivevano qui con vari disagi stanno in appartamenti nuovi, abbiamo recuperato oltre 600 alloggi completamente ristrutturati in varie zone della città. Adesso avanti con la rigenerazione, il Ministero ha finanziato il progetto".

Marco Scajola, assessore all'Urbanistica della Regione Liguria,  ha sottolineato che "si tratta del recupero di una zona figlia di una costruzione degli anni Ottanta assolutamente superata. La nuova Liguria, il nuovo modo di intendere anche l’edilizia residenziale pubblica, è quella di dare alloggi diversi di alta qualità, zone verdi e zone di aggregazione per chi abiterà in questo quartiere".

"Per uno dei quartieri che era diventato uno dei simboli della peggiore edilizia popolare del paese - ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - si tratta di un passo avanti sostanziale per la qualità della vita, la qualità estetica e la valorizzazione di questa valle. I prossimi anni saranno dedicati a migliorare la qualità dell’abitare con nuovi stabili ad emissioni ambientali zero, riqualificazione di quelli rimasti, parchi urbani e luoghi dedicati allo sport".

Le demolizioni delle dighe: storia dell'intervento

i due fabbricati che componevano le “Dighe” (Rossa e Bianca) di Begato erano stati realizzati a metà degli anni Ottanta nel quartiere Diamante, sulla collina tra Bolzaneto e Rivarolo, su progetto dell’architetto Pietro Gambacciani. Nel piano di rigenerazione del quartiere è stata attuata la demolizione totale della Diga Rossa mentre per la Diga Bianca è stata mantenuta la porzione meridionale a partire dal giunto strutturale “sud”, in prossimità del vano scale di via Cechov 11. I primi mesi di attività hanno riguardato le operazioni di strip-out, ossia la pratica che anticipa la demolizione e consente di differenziare tutti i rifiuti direttamente in cantiere prima di procedere con l’abbattimento delle strutture edili. Durante tale fase sono state separate e smaltite circa 2.700 tonnellate di materiale, tra cui mobili e suppellettili residui, infissi, tapparelle, corpi scaldanti, tubazioni, impianti elettrici, rivestimenti e porte antincendio. Lo strip-out esterno ha riguardato invece la rimozione dei pannelli del rivestimento di facciata e le guaine di copertura.

Ad aprile 2021 è iniziata la demolizione vera e propria che si è protratta per circa 6 mesi; le operazioni sono state eseguite mediante un escavatore Liebherr 984 con braccio demolitore da 60 m, affiancato da un escavatore Liebherr 954 con braccio demolitore da 30 m e numerosi altri mezzi operativi. In primis si era provveduto a separare strutturalmente la porzione della Diga Bianca che sarà oggetto di recupero, per proseguire con la demolizione della restante parte del medesimo edificio. Successivamente si è passati alla demolizione della Diga Rossa attaccandola su 2 fronti nei pressi dei civici 92 e 95 di via Maritano, al fine di minimizzare i tempi di interdizione alla viabilità della via medesima, permettendone la riapertura in concomitanza con la ripresa del periodo scolastico. Il tutto è avvenuto sotto un costante monitoraggio ambientale eseguito da una ditta specializzata del settore, con comunicazione continuativa dei risultati dei monitoraggi in essere ad Arpal e Asl.

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