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Cronaca

Processo Morandi, i legali attaccano i pm: due settimane di rinvio

Nel mirino della difesa l’incidente probatorio sulle cause del crollo. La procura, che basa l’accusa sulla perizia, chiede tempo per replicare

Stop di due settimane per il processo Morandi.

Alcuni legali della difesa, negli ultimi giorni, hanno chiesto di cancellare i due incidenti probatori: quello sulle condizioni delle macerie al momento del crollo e quello sulle cause del disastro. C'è chi non ha partecipato al primo perché indagato solo successivamente, e chi invece c'era ma sostiene che i propri rilievi furono ignorati. 

I pm Walter Cotugno e Massimo Terrile hanno così chiesto, e ottenuto dal giudice Lepri, di poter avere il tempo necessario per esaminare e rispondere alla marea di eccezioni sollevate dalle difese. Saltano dunque cinque udienze già programmate e si ritorna in aula lunedì 17 ottobre. 

La richiesta ha immediatamente sollevato la replica dei legali degli imputati che chiedono "analoga disponibilità da parte dei giudici quando avremo le nostre esigenze". Il rischio futuro è quindi quello di una dilatazione continua dei tempi che non farebbe correre il processo.

A giudizio, si ricorda, ci sono 59 persone tra dirigenti e tecnici, o ex di Aspi, di Spea e del ministero dei Trasporti, che non avrebbe vigilato a dovere sui report sicurezza forniti da Autostrade. Intanto, mercoledì scorso sono state escluse 502 parti civili sulle 700 che avevano chiesto di poter entrare a processo. Accolto, invece, il Comitato dei familiari delle vittime del ponte Morandi che in precedenza era stato estromesso.

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